VOCE
L'allarme
31.07.2025 - 20:30
Se con i cambiamenti climatici si diffondono sempre più gli insetti e parassiti “alieni”, dalla cimice asiatica al coleottero giapponese, che come ha stimato Coldiretti provocano danni per un milione di euro l’anno, anche gli insetti “di casa nostra” fanno la loro parte.
Come le cimici verdi “nazionali”, che quest’anno stanno attaccando in particolar modo anche il mais, insieme alle cimici asiatici. Un doppio attacco che produce gravi danni. E giovedì i tecnici di Agrifondo mutualistico Veneto - Friuli Venezia Giulia, in stretta collaborazione con Condifesa Veneto Est, hanno avviato l’attività di monitoraggio fitosanitario delle principali aree maidicole del Veneto, localizzate nella provincia di Rovigo per rilevare e acquisire tutti i dati necessari a valutare l’impatto che il fenomeno sta avendo sulle coltivazioni estensive.
“Sono in continua crescita, infatti - si rimarca - le segnalazioni degli agricoltori che si trovano costretti ad affrontare un allarme che, tradizionalmente, si associa alle colture frutticole e alla soia. Il mais, pur non essendo un ospite primario della cimice, sta diventando bersaglio dell’insetto e i danni di questo nuovo fenomeno non si concentrano solo lungo i bordi dei campi coltivati, ma si estende anche alle file interne. Le punture di alimentazione, secondo quanto analizzato dai tecnici e dai periti, causano tipiche malformazioni a banana, disseccamenti localizzati e sviluppo incompleto dei chicchi che si atrofizzano, impedimento alla corretta maturazione della pannocchia e conseguenti ripercussioni anche sulla salute della granella che risulta molto più esposta a funghi e al cosiddetto ‘carbone’. I primi rilievi condotti in campo confermano la necessità di un’attenzione mirata: la presenza della cimice nelle coltivazioni di mais, soprattutto in caso di attacchi precoci, può seriamente compromettere resa e racconto”.
Come spiega Tiziano Girotto, direttore di Condifesa Veneto Est, “I danni più gravi parlano del 15-20% della produzione per ettaro colpita. In Veneto sono circa 90mila gli ettari coltivati a mais, per un valore di produzione vendibile pari a 300 milioni di euro, distribuiti per il 40% in provincia di Rovigo, il 30% tra le province di Padova e Venezia e l’altro 30% nel resto della regione. Le imprese agricole venete produttrici di mais sono più di 7mila e il prodotto è destinato principalmente ad uso zootecnico e per i biodigestori di biogas. Il nostro scopo è quello di affiancare Agrifondo Mutualistico nella valutazione del rischio e nella gestione dei problemi dettati da mancata produzione e conseguente danno economico”.
Mauro Giuriolo, presidente di Agrifondo mutualistico Veneto – Friuli Venezia Giulia, precisa: “I fondi sono pensati proprio per coprire danni che superano una certa soglia di rilevanza e che siano collegati all’attacco della cimice. Il monitoraggio in corso consente di anticipare le infestazioni, di modulare strategie di difesa mirate e di evitare trattamenti non utili. E’ sia uno strumento di tutela economica che di supporto tecnico e garantisce una gestione integrata e consapevole del rischio. Le segnalazioni in corso sono numerose e l’attivazione del fondo richiede un monitoraggio oggettivo documentato. Proprio per questo abbiamo attivato una collaborazione con i tecnici agronomi di Veneto Agricoltura per la parte fitosanitaria, così da avere e garantire un quadro completo, indispensabile a soddisfare eventuali richieste di ristoro” .
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