Cerca

rovigo zona rossa

“Creare ghetti è un fallimento”

Opposizione all'attacco

“Creare ghetti è un fallimento”

Zona rossa e abolizione dell’accoglienza tramite Sai (sistema di accoglienza e integrazione) stanno tenendo banco dentro e fuori l’aula di Palazzo Nodari a Rovigo. A intervenire sono i consiglieri comunali Diego Crivellari, capogruppo del Pd, Federico Frigato, di “Rovigo si ama” e Virna Riccardi, vice segretaria provinciale del Pd. Tutti critici rispetto alle misure adottate e alla “stretta all’accoglienza”.

Crivellari sottolinea: “Siamo sicuri che creare un clima da assedio sia funzionale al miglioramento della qualità della vita della nostra città? E quanto potrà durare, poi, questa situazione di emergenza? Parlare di nuova stagione per la sicurezza e, contemporaneamente, mettere fine al Sistema di accoglienza e integrazione dopo 24 anni equivale a ignorare il problema, è pensare di risolvere il problema nascondendo la testa sotto la sabbia. Stessa cosa si può dire per la rinuncia al contributo destinato alla lotta contro il caporalato, una piaga che – come sappiamo – riguarda anche territori come il nostro ed è insidiosa nell’ambito dell’agricoltura”.

Sulla zona rossa, invece, Crivellari teme che “se la misura è destinata ad essere reiterata il rischio è di creare ‘ghettizzazioni’ e situazioni di esclusione”. E conclude citando varie istituzioni ed esempi a livello nazionale: “Non sono mancate le osservazioni che hanno messo in dubbio la stessa legittimità dello strumento, soprattutto a causa di una certa vaghezza dei criteri che verrebbero adottati e, ad esempio, per la ‘grande flessibilità nella valutazione del livello di pericolosità e minacciosità di una certa persona’”.

Per Virna Riccardi, le zone rose sono l’illusione di “recinti urbani che mirano a rafforzare -piuttosto che contrastare- alcune tendenze già in corso da tempo: lo svuotamento dei centri urbani dai suoi abitanti e dalla possibilità di un loro accesso libero, legato a rituali e festeggiamenti non associati a pratiche di consumo. È un’illusione perché spesso aggrava il problema: non sempre funziona, anche dentro i recinti infatti succede ciò che non dovrebbe accadere e, più che placarsi, la polemica politica monta ulteriormente.

Infine Federico Frigato torna sul progetto Sai. “Ma chi sono, davvero, questi soggetti, pericolosi per la quiete e l’equilibrio rodigino? Lo dice la delibera che loro stessi avevano predisposto: richiedenti protezione internazionale, e quindi rifugiati; persone che fuggono da guerre, magari mutilati o feriti dalle stesse; persone che fuggono da carestie, povertà e fame; con permessi di soggiorno per cure mediche; titolari di protezione sociale; vittime di violenza domestica; di calamità; di sfruttamento lavorativo; bambini. Soprattutto, persone”.

Il paragone con altre parti d’Italia è impietoso: “Solo poche settimane fa la Cei per mano del cardinale Zuppi ed il Ministro dell’Interno Piantedosi hanno firmato un protocollo d’intesa per promuovere accoglienza ed inclusione attraverso attività e progetti dedicati a richiedenti asilo, rifugiati ed altri migranti vulnerabili. A Rovigo il modello sarà un altro. Zone rosse, presenza militare, elicotteri, ronde. Le politiche a cui tende l’amministrazione sono basate sulla repressione. Davvero è questa la nostra città?”.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400