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La pioggia salva l’agricoltura polesana

Arretra il cuneo salino

La pioggia salva l’agricoltura polesana

Dopo settimane di preoccupazioni legate all’avanzata della salinità e al calo dei livelli idrici, nel Delta del Po arriva finalmente una boccata d’ossigeno. Le piogge degli ultimi giorni hanno migliorato in modo sensibile il quadro complessivo e, soprattutto, hanno fatto arretrare la salinizzazione delle acque nei tratti terminali del fiume.

Una condizione che, fino a pochi giorni fa, impediva il prelievo idrico in alcune aree fino a 6-7 chilometri dalla foce, mettendo a rischio il servizio irriguo in zone cruciali per l’agricoltura polesana. Ora, invece, i prelievi sono ripresi regolarmente anche nelle aree più orientali del Distretto: Ca’ Venier, Polesine Camerini, Scardovari, Santa Giulia, Bacucco, oltre ai comuni di Porto Tolle e Ariano nel Polesine. Le derivazioni di Corbola e Taglio di Po sono tornate operative a pieno regime, con una portata massima rispettivamente di 0,5 e 3,5 metri cubi al secondo.

Il miglioramento è confermato dai dati ufficiali aggiornati al 29 luglio: le portate del Po sono in rialzo in tutte le principali stazioni di rilevamento. A Pontelagoscuro, punto chiave per il Delta, si registrano 866 metri cubi al secondo, quasi il doppio rispetto ai 473 della settimana precedente. Un balzo netto si è verificato anche a Borgoforte (781 mc/s), Boretto (626), Cremona (511) e Piacenza (398).

Secondo quanto riportato dall’Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po, il livello di severità idrica resta “Basso con precipitazioni” su quasi tutto il territorio, con l’eccezione del Piemonte, dove permane un livello “Medio con precipitazioni” per via dei limitati afflussi e della quasi completa assenza di neve residua sulle Alpi occidentali. Anche i Grandi Laghi prealpini offrono segnali positivi, con livelli di riempimento in linea o superiori alla media stagionale: Lago Maggiore al 75,8%, Garda al 69,7%, Iseo e Idro complessivamente al 76,8%. Solo il Lago di Como rimane indietro, fermo al 45,6% della sua capacità di regolazione.

In Lombardia, la disponibilità idrica è buona soprattutto nella parte orientale (Oglio, Chiese e Garda), mentre Ticino e Adda presentano un deficit stimato intorno al 10%.Rimangono comunque sotto osservazione alcuni bacini appenninici dell’Emilia-Romagna, come quelli del Tidone, Trebbia, Arda, Parma e Taro nel versante emiliano, e del Sillaro, Senio, Lamone, Savio e Marecchia sul fronte romagnolo. In queste zone, soprattutto nelle aree di pianura, si segnala una tendenza al peggioramento che potrebbe richiedere una revisione dei livelli di severità idrica a scala locale.

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