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veneto
01.08.2025 - 17:00
Il fenomeno dell'emigrazione dei pensionati italiani verso l'estero è in costante crescita, spinto da una combinazione di fattori che rendono la vita oltre confine particolarmente allettante. Tra le destinazioni preferite spiccano Portogallo, Spagna, Albania e Tunisia, Paesi che offrono regimi fiscali vantaggiosi, un clima mite e un costo della vita inferiore rispetto all'Italia. Secondo il report 2025 dell'Inps, nel 2024 ben 228.600 pensionati italiani hanno scelto di risiedere fuori dai confini nazionali, un trend che coinvolge anche la provincia di Vicenza, con 1.550 pensionati trasferitisi all'estero.
L'emigrazione dei pensionati non è un fenomeno nuovo, ma negli ultimi anni ha registrato un'accelerazione significativa. Tra il 2011 e il 2019, il numero di pensionati che hanno lasciato l'Italia è raddoppiato, passando da 10 a oltre 20 emigrati ogni 100 mila pensionati. Dal 2023, questo numero è ulteriormente aumentato, raggiungendo i 33 emigrati ogni 100 mila pensionati. Questo flusso è alimentato da pensionati che, dopo una carriera lavorativa interamente svolta in Italia, decidono di trasferirsi all'estero per godere di una pensione più vantaggiosa.
Tra il 2010 e il 2024, Spagna e Portogallo si sono affermati come le mete più ambite per i pensionati italiani, grazie alle politiche fiscali favorevoli e al clima piacevole. In particolare, le Canarie in Spagna e le città costiere del Portogallo sono tra le località più gettonate. Anche Svizzera, Francia e Germania attraggono un numero significativo di pensionati, mentre Albania e Tunisia emergono come nuove frontiere dell'emigrazione pensionistica.
I dati dell'Inps rivelano che i pensionati con un reddito lordo mensile superiore ai 5mila euro sono i più propensi a trasferirsi all'estero, con una probabilità sei volte maggiore rispetto a quelli con redditi più bassi. Al 31 dicembre 2024, l'importo lordo complessivo delle pensioni erogate in Italia ammontava a 364 miliardi di euro, con un importo medio mensile di circa 1.444 euro. Tuttavia, il divario di genere persiste: le donne, pur rappresentando il 51% dei pensionati, percepiscono solo il 44% dei redditi pensionistici.
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