“Un bravo padre di famiglia” , sikh in lutto per Manjinder

"Un bravo padre di famiglia". Manjinder Singh, il camionista 43enne morto in tangenziale a Rovigo, attraversando la strada di sera, è ricordato con affetto e dolore dalla comunità sikh di Oderzo, dove l'uomo viveva con moglie e figli. L'autista, di origini indiane, ma residente da quasi 30 anni nel trevigiano, di appena 43 anni è stato investito e ucciso nella notte tra giovedì e venerdì in tangenziale, in corrispondenza del ristorante il Fogolar di Borsea. Lascia la moglie, una connazionale, e due figli, di 14 e 11 anni, residenti a Fratta di Oderzo, in provincia di Treviso.

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L’uomo, camionista per una ditta di Monastier, sempre in provincia di Treviso, per la quale lavorano anche un suo zio e il cognato, si trovava a Rovigo proprio per motivi di servizio. Come molti camionisti, giovedì sera si era fermato al ristorante affacciato sulla Statale 16, all’inizio della tangenziale, per cena. Qui - raccontano le testimonianze - si era intrattenuto a parlare fino circa alle 22, quando il locale ha chiuso, poi era andato a risposare, sul camion. Verso l’una, si è poi svegliato per ripartire, ma, per motivi ancora da chiarire, ha attraversato nuovamente la tangenziale a piedi. E qui si è consumato il dramma: il camionista 43enne è stato investito da un’auto, guidata da un 64enne polesano, che viaggiava in direzione Ferrara. Inutili, per quanto immediati, i soccorsi.

La comunità sikh della zona si è immediatamente stretta alla moglie e ai figli di Singh, originario del Punjab ma trasferitosi in Italia nel 1997. A Gorgo al Monticano, in provincia di Treviso, ha vissuto per circa 20 anni, con i genitori, il fratello e due sorelle, poi il trasferimento a Fratta di Oderzo, cinque anni fa. “Era un bravo lavoratore e un padre di famiglia”, lo ricorda - alla “Tribuna di Treviso” - un cugino.