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veneto
05.08.2025 - 18:30
Immagini forti, che lasciano senza fiato. Quelle diffuse dall’APA (Associazione Protezione Animali) di Chioggia raccontano senza bisogno di parole l’ennesimo episodio di crudeltà gratuita: i resti di alcuni gattini, chiusi in un sacco e gettati in acqua, sono stati recuperati (ormai in avanzato stato di decomposizione) all’inizio del Canal di Valle, in località Sant’Anna.
Chi li ha trovati parla di una scena di impatto sconvolgente. Ma il pensiero va ben oltre ciò che si è potuto vedere: l’agonia che queste povere creature devono aver vissuto prima di morire, intrappolate, senza via di fuga, è qualcosa che supera la semplice immaginazione. È dolore puro ed inaccettabile.
Questo non è un caso isolato. Sono ancora troppe, ogni anno, le segnalazioni e i ritrovamenti di cuccioli abbandonati, affogati, soffocati, rinchiusi in sacchi, scatole o buste della spesa e gettati come rifiuti. Molti di questi episodi rimangono nell’ombra, ma quando emergono, come in questo caso, non possono e non devono lasciare indifferenti.
Spesso, dietro questi gesti disumani si nasconde una responsabilità diretta: quella di chi decide di non sterilizzare i propri animali. Cagne e gatte lasciate libere di riprodursi, senza alcuna prevenzione, danno vita a cucciolate indesiderate. E a quel punto, invece di affrontare le proprie responsabilità, alcuni scelgono la via più vile: l’eliminazione.
Non solo un problema etico, ma anche culturale. La mancata sterilizzazione è ancora vista da molti come una scelta “naturale”, quando invece, sottolineano i volontari che ogni anno si ritrovano a gestire emergenze legate alle nascite, ed abbandoni di gatti di ogni età (a volte anche gravide) , è un gesto di prevenzione e rispetto, per gli animali e per l’ambiente. Sterilizzare significa evitare sofferenza, abbandono e morte.
Non si tratta del primo caso di maltrattamenti di animali nella zona. Poco tempo fa, a luglio, infatti, una gatta era stata trovata deceduta e con una zampetta legata alla corda, dopo essere stata seviziata fino alla morte.
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E ancora a giugno una gatta era stata trovata agonizzante e mangiata letteralmente viva dai vermi. Recuperata dall'associazione “Apa” in via Fenix era poi deceduta a causa delle sue gravi condizioni.
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