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“Zona rossa utile, serviva prima”

I rodigini intervengono sul caso sicurezza in città

“Zona rossa utile, serviva prima”

Una nuova fase per la città. Da qualche giorno Rovigo è in “zona rossa”, con controlli rafforzati tra Corso del Popolo, le Torri e l’area della stazione ferroviaria. Un provvedimento adottato dopo settimane di tensioni e richieste di maggiore sicurezza. Ma la misura è e sarà sufficiente? E il perimetro scelto è quello giusto? Tra i cittadini si alternano consensi, perplessità e proposte. A un primo sguardo, la mappa delle aree sottoposte a sorveglianza appare coerente con le criticità emerse negli ultimi mesi. Ma per alcuni il rischio è di creare zone “marchiate”.

Dina non nega l’esistenza di situazioni problematiche, ma invita alla prudenza: “Le zone scelte sono quelle critiche, lo dicono i fatti. Era chiaro già prima che serviva più controllo lì. Però, secondo me, non serve una zona rossa vera e propria. Sono aree già facilmente monitorabili, e i controlli si potrebbero estendere anche ad altre parti della città senza creare delle ‘zone bollate’. Non dobbiamo dare l’idea che alcuni luoghi siano ghettizzati.”

Più netto è il parere di Paolo, che si chiede perché si sia aspettato tanto: “E’ utile. Mi meraviglio che non sia stato fatto prima, soprattutto per la stazione. Non dico che sia pericolosa, ma poco ci manca. E lo sapevano tutti”. Sulla stessa linea anche Graziano, che indica come le aree indicate siano da tempo sotto osservazione da parte dei cittadini: “Penso che sia utile, sì. Prima il controllo non c’era affatto. Quelle sono proprio le zone in cui si radunano i ragazzi, dove spesso si beve, si fanno schiamazzi. L’area della Rotonda, ad esempio, è sempre stata problematica. Certo, se dobbiamo controllare tutto, allora dovremmo riempire Rovigo di forze dell’ordine e non si vivrebbe più. Serve equilibrio”.

Antonella, invece, teme che il provvedimento sia troppo circoscritto: “Secondo me è utile, ma andrebbe esteso anche ad altri quartieri. Ci sono altre zone che hanno bisogno di più controlli”.

Più riflessiva Lorella, che preferisce aspettare prima di dare un giudizio definitivo: “Se sono state scelte queste zone, immagino che dietro ci sia una valutazione precisa. È probabile che siano davvero quelle più a rischio. Se porterà più tranquillità, ben venga. Ma l’utilità si capirà solo alla fine del periodo”.

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