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VERONA

Arrivano gli esoscheletri robotici

Per migliorare la vita di malati e lavoratori

Esoscheletri robotici: la rivoluzione della mobilità e del lavoro pesante

Cosa succederebbe se un semplice esoscheletro potesse cambiare la vita di chi soffre di patologie muscolari o di chi affronta lavori fisicamente impegnativi? Questa non è più solo una domanda teorica, ma una realtà in via di sviluppo all'Università di Verona, dove un team di ricerca guidato da Andrea Calanca sta facendo passi da gigante nel campo della robotica applicata alla salute e al lavoro.


Il progetto, che ha preso vita nel 2010, ha visto un'accelerazione significativa negli ultimi mesi grazie alla collaborazione con Plumake srl, un'azienda veronese specializzata in robotica e automazione. L'obiettivo è chiaro: creare esoscheletri attivi che non solo supportino i movimenti degli arti superiori, ma che lo facciano in modo naturale e intuitivo, anche per chi ha segnali muscolari deboli o disturbati. "Abbiamo sviluppato algoritmi che offrono livelli di naturalezza mai osservati prima", spiega Calanca, sottolineando come la tecnologia brevettata si basi sulla captazione dei segnali elettrici trasportati dai nervi attraverso un braccialetto indossabile. Gli esoscheletri attivi non sono solo una promessa per chi soffre di miopatie gravi, ma rappresentano anche una soluzione potenziale per ridurre gli infortuni sul lavoro. Secondo le statistiche Inail, i disturbi muscolo-scheletrici legati al sollevamento di carichi pesanti sono responsabili di inabilità permanente nel 60% dei casi. Gli esoscheletri potrebbero quindi alleggerire il carico scheletrico e articolare, con benefici economici per le aziende e il sistema sanitario.


Nonostante i progressi, la strada verso la produzione su larga scala è ancora lunga e richiede finanziamenti significativi. "Stiamo valutando la possibilità di metterci sul mercato", afferma Calanca, "ma servono ottimizzazione ingegneristica, certificazioni medicali e studi clinici su larga scala". Tuttavia, il team è determinato a rendere questi dispositivi accessibili, puntando su un design a basso costo che possa entrare nelle case senza gravare economicamente sulle famiglie. Attualmente, il prototipo di esoscheletro sviluppato dal team ha un costo di materiali di circa 3.000 euro, ma la produzione e distribuzione potrebbero raddoppiare questa cifra. La ricerca si concentra su algoritmi di controllo avanzati e strutture meccaniche ultraleggere, con un occhio attento all'ergonomia. 

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