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Iras, i lavoratori hanno detto sì

Il voto favorevole sancisce la rinuncia dei lavoratori a 1,3 milioni di produttività pregressa

Iras, i lavoratori hanno detto sì

Via libera al piano “salva Iras”. Mercoledì pomeriggio l’assemblea dei lavoratori riunita nell’auditorium della casa di riposo di San Bortolo ha dato, a larghissima maggioranza, il voto favorevole al piano di risanamento varato dalla commissaria straordinaria Tiziana Stella sulla base dell’accordo siglato con il sindaco Valeria Cittadin e l’assessore regionale Manuela Lanzarin. Il voto da parte dei lavoratori, poco meno di un centinaio quelli presenti all’assemblea su 180 in forze alla casa di riposo, avvenuto al termine dell’assemblea, è stato quasi un plebiscito con l’esito finale di 73 favorevoli e due astenuti. Con l’ok dei dipendenti, si chiude il percorso di approvazione del piano, perché la votazione dà mandato ai rappresentanti sindacali di sottoscriverlo. In altre parole, il sigillo finale per salvare l’Iras mantenendola pubblica è stato apposto dai lavoratori che hanno deciso di accettare 380mila euro di produttività pregressa, rinunciando a 1,3 milioni. I 380mila euro verranno ripartiti tra i lavoratori secondo i requisiti della presenza. Nel piano è previsto che Iras resti pubblico minimo per i prossimi sei anni, che Stella resti alla guida dell’ente per altri tre anni e che dal 1° settembre entri in servizio un nuovo direttore oltre alla messa a bando tramite Azienda Zero, di circa 70 assunzioni, delle quali 58 oss oltre a educatori e infermieri. Di fronte a tutto questo i rappresentanti della funzione pubblica delle tre sigle confederali, Franco Maisto per la Cisl Fp, Cristiano Pavarin di Uil Fpl e Davide Benazzo delegato per Fp Cgil, si dichiarano soddisfatti per la chiusura dell’intera partita.

“I lavoratori – sottolinea Pavarin – hanno garantito in questo modo la continuità dei contratti pubblici e la trasformazione dei posti di lavoro attualmente occupati da precari (oltre un terzo dei 180 complessivi, ndr), attraverso concorsi pubblici o, dove possibile, dei percorsi di stabilizzazione. L’accordo che andrà inserito nel piano di rilancio che include ovviamente altre fonti di finanziamento, tagliando i debiti con le banche ed i fornitori e attraverso finanziamenti da parte di Regione e Comune, prevede un taglio importante al fondo della produttività dei dipendenti, dai quali Iras si potrà assicurare ulteriori risorse per circa 1,3 milioni di euro. Credo sia la prima volta che i lavoratori pubblici siano condizionati a rinunciare ad una parte importante di quanto dovuto e non percepito negli anni passati, non solo per salvare il proprio posto di lavoro ma per dare garanzie al futuro di ente così importante per la comunità. Ora la politica, anche nei livelli istituzionali citati, cercherà di appropriarsi delle lodi ma per quanto ci riguarda, possiamo certificare che se Iras continuerà ad esistere e ad essere la struttura di assistenza più importante del Polesine lo dobbiamo in gran parte al merito dei lavoratori, che in questi anni di profonda crisi hanno sempre assicurato un buon livello di assistenza ed ora sono pure costretti a rinunciare ad un capitale che supera il milione di euro”. Sulla stessa linea, Davide Benazzo rimarca: “Iras ancora una volta è stata salvata dai lavoratori. Sia chiaro che la parte pubblica deve ringraziarli perché di fatto chi ha salvato e tenuto in piedi la casa di riposo di Rovigo sono stati i lavoratori, i quali dopo aver rinunciato per oltre 10 anni alla produttività dovuta, dopo aver lavorato da precari e dopo aver rinunciato a 1,3 milioni si sono fatti carico di salvare l’azienda, il posto di lavoro e un patrimonio importantissimo del Comune”.

Maisto, invece, punta l’attenzione sul lavoro svolto da Stella negli ultimi anni: “E’ importante sottolineare – afferma - che la sinergia fra i lavoratori e la volontà di mantenere pubblico l'ente rappresentano un momento storico per il territorio. Pilastri fondanti della nuova Iras sono gli investimenti per la ristrutturazione e i nuovi servizi e un maxiconcorso da circa 70 posti di lavoro. Il percorso che si è chiuso con il voto dei lavoratori è durato oltre nove anni durante i quali l’opera dell’avvocato Stella, commissaria regionale, ha dato la spinta necessaria affinché si arrivasse alla salvezza di lavoro e servizi”.

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