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veneto
07.08.2025 - 10:36
Cosa succede quando una malattia tropicale si manifesta inaspettatamente nel cuore del Veneto? È quanto accaduto a Negrar di Valpolicella, dove il dipartimento di malattie infettive dell'Irss ha diagnosticato il primo caso autoctono di chikungunya su una donna di 64 anni. Un evento che ha destato preoccupazione, considerando che la paziente non aveva viaggiato di recente in paesi dove la malattia è endemica.
La scoperta di un caso autoctono di chikungunya in Veneto ha messo in moto una serie di misure di sicurezza e sorveglianza. La Regione ha prontamente attivato un'indagine epidemiologica per valutare le possibili esposizioni a rischio. Sono stati avviati il monitoraggio entomologico e la disinfestazione straordinaria, insieme a misure di sorveglianza sanitaria per le persone che potrebbero essere state esposte al virus. Inoltre, è stato rafforzato il controllo sindromico nei pronto soccorso della regione.
Ma cos'è esattamente la chikungunya? Secondo i tecnici della prevenzione, si tratta di una malattia virale trasmessa all'uomo attraverso la puntura di zanzare infette del genere Aedes, in particolare la zanzara tigre (Aedes albopictus). I sintomi più comuni includono febbre alta improvvisa e intensi dolori articolari, che possono persistere per settimane o addirittura mesi. Altri sintomi possono essere dolori muscolari, mal di testa, eruzioni cutanee, astenia e gonfiore articolare. Sebbene la malattia abbia generalmente un decorso autolimitante, può causare complicanze in soggetti anziani o con patologie pregresse.
Fino ad oggi, i casi di chikungunya in Veneto erano sempre stati legati a viaggi in aree endemiche. L'identificazione di un caso autoctono è quindi un evento significativo, probabilmente legato all'aumento dei viaggi internazionali durante l'estate e alle condizioni climatiche che favoriscono la proliferazione della zanzara tigre. Questo episodio sottolinea l'importanza di una vigilanza continua e di misure preventive per contenere la diffusione della malattia.
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