VOCE
rovigo
07.08.2025 - 15:59
"Al di là dei proclami facciamo un po' di chiarezza perché l’informazione al cittadino deve essere completa. Lei Signor Sindaco ha annunciato che tra le misure complementari all’istituzione della zona rossa nella nostra città, la stessa amministrazione ha revocato l’adesione alla progettualità Sai". Comincia così la lettera aperta al sindaco Valeria Cittadin di Emanuela Pizzardo, candidata nelle fila del Pd alle prossime elezioni per il consiglio regionale. Al centro del suo intervento, la decisione dell'amministrazione comunale di rinunciare al progetto di accoglienza Sai, dopo 24 anni di adesione, perdendo anche un importante contributo economico.
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"Va bene - prosegue l'intervento - Allora vediamo di cosa si sta parlando. Lei non lo ha spiegato. Il Sistema di Accoglienza e Integrazione (Sai) è il modello italiano di accoglienza per richiedenti asilo, rifugiati e titolari di protezione internazionale. Nato dal Decreto Legge 130/2020, il SAI ha sostituito i precedenti sistemi, con l’obiettivo di garantire un’accoglienza diffusa, integrata ed inclusiva. Il Sai è quindi il modello che l’Italia ha adottato per accogliere persone che fuggono da guerre, persecuzioni o gravi difficoltà. Queste strutture, presenti in tantissimi comuni, non sono semplici luoghi di ospitalità, ma veri e propri percorsi di integrazione".
"Le strutture Sai sono quindi un concreto progetto di sostegno a chi arriva in Italia e facilitano la ricerca di un lavoro e l’inserimento nella comunità e tutto questo grazie a professionisti e volontari che lavorano con passione e competenza. Le Sai non sono un lusso, ma sono un concreto strumento di integrazione".
"Quindi, carissimo Sindaco, come cittadina, come mamma, come volontaria tutrice di minori non accompagnati e ora anche come candidata alle prossime elezioni Regionali della Regione Veneto, sono a chiederle: non trova sia palesemente un controsenso puntare il dito contro la mancata integrazione e poi contestualmente togliere lo stesso strumento di integrazione di cui disponevamo? E, se non ho capito perché non è un controsenso, mi spiega le ragioni di una scelta che appare solo con i caratteri del populismo e della demagogia?".
"Ed è altrettanto evidente, carissimo Sig. Sindaco, che chiudere i Sai significa concretamente eliminare qualsiasi possibilità di percorsi inclusivi. E come fanno questi ragazzi che giudichiamo a priori senza conoscere ad inserirsi nl tessuto cittadino? Non verranno da noi ma allora dove andranno? In altra città? In Albania? E’ questa la nostra visione? Basta che non siamo qui?".
"Negare il fenomeno migratorio, chiudere la città all’inclusione non ne farà un posto più sicuro perché non potrete chiudere le porte all’infinito, e se lo farete vi accorgerete finalmente che il problema non erano solamente loro ma la l’incapacità di accettare e capire, gestire il cambiamento. Si è vero, Signor Sindaco. Esiste ormai anche nella nostra città un grande problema di sicurezza. Ma Lei, crede veramente che la soluzione sia l’intolleranza?".
"Nel suo ultimo video social definisce l’omicidio del 19 luglio un “brutto fatto” e gli ospiti del Cas delle “presenze”. No, Signor Sindaco, sono persone, nomi, età, storie, anime che hanno, queste ultime, lo stesso colore del suo e del mio. Se si vuole dare tutta la colpa ci sarà una risposta parziale, minima, insufficiente e superficiale ad un fenomeno molto più complesso. Io non sono sindaco, Signor Sindaco. Quindi le soluzioni le deve trovare Lei e la sua squadra".
"Ma sono sempre disponibile, come molti del resto a confrontarci, e far cadere muri di superficialità ed incomprensione. Faccia di questa città un luogo aperto Signor Sindaco, non una prigione a cielo aperto in cui il colpevole è sempre lo stesso. Il sindaco di Teramo (confesso del Pd) può esserle, forse, di aiuto: a margine di una riflessione sui percorsi SAI ha detto (cito la fonte: sito Retesai del Ministero degli interni, quindi della maggioranza di Governo a cui anche Lei appartiene) “Al 30 Giugno 2025 sono 871 i progetti della Rete Sai (624 ordinari, 207 per minori non accompagnati, 40 per persone con disagio mentale o disabilità) affidati a 736 enti locali titolari di progetto (647 comuni, 15 Province, 25 Unioni di Comuni, comprese le Comunità Montane e le Unioni Montane di Comuni, e 49 altri enti tra Aziende Sociali Consortili, Ambiti Territoriali, Comuni Associati, Comunità Comprensoriali, Consorzi, Distretti Sanitari, Società della Salute) coinvolgendo in totale circa 2000 comuni” commentando, in Senato, una risoluzione dell’assemblea del Consiglio d’Europa sulla migrazione".
"Tutte zone sicure? Quindi Signor Sindaco le strutture Sai non offrono solo un tetto, ma costruiscono percorsi di vita. Chiuderle significa interrompere bruscamente progetti di integrazione, studio, lavoro e autonomia. Le persone accolte rischiano di ritrovarsi senza riferimenti, con un impatto diretto sulla loro dignità e sul loro futuro e questo porta inevitabilmente ad un incremento della devianza e della criminalità".
"La progettualità SAI a Rovigo ha coinvolto 30 persone di cui 25 a Rovigo e 5 ad Adria (20 su singoli uomini e 10 per nuclei monoparentali. Infine Le strutture Sai coinvolgono operatori, mediatori culturali, psicologi, educatori. Chiuderle significa disperdere un patrimonio umano e professionale costruito negli anni, con conseguenze anche occupazionali. Questa è solo logica, non politica. Il Sai non è semplicemente accoglienza. È umanità, costruzione, futuro. Sono certa che sono valori da Lei condivisi".
Commenti all'articolo
frank1
07 Agosto 2025 - 17:09
il sistema per raccogliere persone che fuggono dalle guerre..e come no..è risaputo che chi ha accoltellato e ammazzato in CENTRO a rovigo,scappava dalle guerre..si,quelle in marrocco,e pakistan!!! ma siamo seri:ps:poi certi partito di sx non si meraviglino s e perdono consensi.
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