VOCE
L'INDAGINE
09.08.2025 - 16:32
Le indagini per l'omicidio del 23enne tunisino Amine Gara all'ombra delle Due Torri di Rovigo, l'episodio - avvenuto il 19 luglio scorso - che ha segnato la punta dell'iceberg di un'escalation di violenza in città, tanto da rendere necessaria l'attivazione per il capoluogo polesano della "zona rossa", sono ancora in corso e hanno portato nella serata di ieri 8 agosto al fermo di altri due pakistani, accusati di omicidio premeditato, tentato omicidio e di rissa. Salgono dunque a sette i giovani uomini fermati per l'aggressione avvenuta nei giardini di piazza Matteotti a Rovigo poco prima della mezzanotte del 19 luglio.
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In quella orrenda e scioccante notte ha perso la vita il 23enne, mentre è stato gravemente ferito un 30enne amico di Amine.
Visto il pericolo di fuga, la procura della Repubblica, guidata da Manuela Fasolato, ha emesso un decreto di fermo nei confronti di S. M., cittadino pakistano, 28enne perché "gravemente indiziato, in ipotesi accusatoria, del delitto di omicidio aggravato dalla premeditazione in concorso anomalo, nonché del delitto di tentato omicidio in concorso anomalo, e indagato del delitto di rissa".
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Il decreto di fermo di S.M è stato eseguito dalla Squadra Mobile della Questura di Rovigo, e durante le operazioni di fermo la Squadra Mobile ha rintracciato anche un 21enne Y.M.Z, anche lui pakistano, ritenuto, "a seguito di indagini ulteriormente sviluppate, in ipotesi accusatoria indagato di omicidio premeditato, tentato omicidio e rissa" in concorso con gli altri soggetti già indagati".
Per Y.M.Z si è trattato dunque di un fermo di iniziativa della polizia giudiziaria, ritenendo il pericolo di fuga di Y.M.Z., che è stato così denunciato e messo a disposizione della Procura.
Entrambi gli indagati, S.M. e Y.M.Z., sono stati portati in carcere e la Procura della Repubblica di Rovigo oggi 9 agosto ha richiesto al giudice per le indagini preliminari di Rovigo la convalida dei fermi così eseguiti e la misura della custodia cautelare in carcere per entrambi i suddetti indagati in considerazione del pericolo di fuga e del pericolo di reiterazione di reati dello stesso genere di quelli per cui si procede.
Al momento sono in carcere e sotto indagine A.A, 30enne, R.S, 26enne, rintracciati nei giorni successivi all'omicidio, a Torino di Sangro, in provincia di Chieti; T.M.Q ed R.T.U rintracciati a Rovigo (uno dei due ha ottenuto l'obbligo di dimora fuori dalla provincia); H.A, trovato ad Aprilia, in provincia di Latina.
Per tutti gli indagati è stata disposta la custodia cautelare in carcere tranne per uno dei due fermati a Rovigo, per il quale è stato disposto il divieto di dimora nella provincia polesana con obbligo di presentazione, una volta ogni tre settimane, alla polizia giudiziaria della provincia dove abita. I cinque erano stati fermati cinque giorni dopo l'omicidio, due a Torino di Sangro (Chieti), due a Rovigo e uno ad Aprilia (Latina).
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