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IL SONDAGGIO

Giovani in fuga da Rovigo: "Servono stimoli prospettive, lavoro”

“Creare più opportunità e prevedere incentivi”, “C’è anche il problema casa e vivacità"

Polesine, la grande fuga. "Tornare? Ma il lavoro dov'è?"

Negli ultimi anni la provincia ha visto partire sempre più giovani, soprattutto laureati. Dal 2011 il numero di under 35 che hanno scelto di trasferirsi all’estero è quadruplicato. Solo nell’ultimo anno sono stati 192 i ragazzi che hanno lasciato il Polesine in cerca di migliori opportunità. Una vera e propria emorragia di talenti che solleva interrogativi sul futuro del territorio. Ma da cosa dipende questo fenomeno e come si possono convincere le nuove generazioni a restare?

Marta individua nel lavoro la prima causa della fuga: “Non ci sono prospettive per i giovani, soprattutto per chi ha una formazione umanistica. Trovare un’occupazione stimolante, con uno stipendio adeguato e che permetta di conciliare la vita privata, è davvero difficile. Poi c’è il problema delle case: in città mancano appartamenti in affitto, e questo rende complicato ottenere indipendenza. Anche la vita sociale non è certo vivace: l’ambiente influisce e spinge molti a cercare altrove, dove ci sono più possibilità e un contesto più dinamico”.

Per Paolo, la questione ha radici profonde nella storia e nella struttura economica del territorio: “Il Polesine è sempre stato una terra rurale. Per invertire la tendenza bisogna investire nelle politiche locali e pensare a un vero rilancio. Oggi la maggior parte dei giovani studia all’università, ma questa non è una terra capace di accogliere le loro competenze. Lo dico per esperienza: ho lavorato molti anni all’estero e ora anche mio figlio, laureato, è andato via perché qui non c’è nulla per lui. Non è un problema solo polesano, è una questione che riguarda tutta l’Italia.”

Tania sottolinea la necessità di interventi concreti e mirati: “Bisogna creare più opportunità di lavoro e introdurre incentivi per trattenere i giovani. E poi il problema della casa è reale: la mancanza di appartamenti in affitto spinge molti a guardare all’estero, dove le condizioni sono migliori”.

Andrea punta invece sul bisogno di stimoli e risorse: “Per fermare la fuga servono più risorse, sia per il lavoro che per la formazione. Bisogna dare ai ragazzi motivazioni e prospettive, perché chi se ne va lo fa sapendo che altrove può trovare opportunità che qui non ci sono”.


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