VOCE
veneto
12.08.2025 - 07:28
Una corsa contro il tempo nella notte, il respiro che torna, la speranza che si accende. Poi, all’alba, il tragico epilogo: un uomo di 34 anni, cittadino albanese, è morto all’ospedale di San Donà di Piave dopo essere stato salvato dalla piscina di un hotel di Jesolo. Una vicenda che interroga sulla sicurezza delle strutture, sul ruolo decisivo del primo soccorso e sulle fragilità che attraversano le nostre comunità.
L’allarme è scattato nella notte tra domenica e lunedì, verso le 23, all’Hotel Ermitage di Jesolo. Un uomo, 34 anni, di nazionalità albanese, è stato visto annaspare in piscina e agitare le braccia, come colto da un malore. Personale e ospiti hanno dato l’allerta e cercato di aiutarlo in attesa dei soccorsi.
Sul posto è intervenuta una volante del commissariato di Jesolo. Gli agenti hanno riportato l’uomo in superficie e praticato le manovre di primo soccorso, inclusi il massaggio cardiaco. Nell’equipaggio è presente personale abilitato all’uso del defibrillatore, strumento di cui la polizia è dotata per le emergenze. L’uomo, inizialmente privo di respiro e di coscienza, ha gradualmente ripreso a respirare: cuore e ventilazione sono tornati a funzionare. È stato quindi affidato ai sanitari e trasferito all’ospedale di San Donà di Piave.
Dopo una notte che sembrava aver fatto sperare, nelle prime ore di lunedì il quadro clinico è precipitato: l’uomo ha iniziato a stare nuovamente male, senza mostrare segni di miglioramento nonostante l’intervento immediato dei medici. Il peggioramento è risultato critico e il 34enne è deceduto in reparto.
Secondo quanto emerso in struttura, nessuno lo conosceva né risultava registrato tra gli ospiti o il personale dell’hotel. Da qui gli accertamenti per capire come abbia avuto accesso alla piscina e perché: gli inquirenti vagliano tutte le ipotesi, dall’intrusione furtiva a situazioni di possibile minaccia o inseguimento. È stato inoltre rilevato che l’uomo appariva in stato di alterazione dovuta ad alcol o sostanze: tra le piste, anche quella di un malore in acqua legato a tale condizione. Della vicenda è stata informata la Procura di Venezia, che ha affidato le indagini al commissariato di Jesolo.
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