VOCE
VACANZE 2025
14.08.2025 - 12:10
Una caratterizzata dal caro vacanze e dal calo delle presenze sotto l'ombrellone, emerge un'anomalia tipicamente italiana: in molte località, la spiaggia libera è un miraggio. Dati, testimonianze e normative evidenziano una situazione controcorrente rispetto all'Europa, con canoni bassissimi, concessioni prorogate e poca trasparenza. Tuttavia, una soluzione esiste ed è stata indicata da coloro che difendono il mare ogni giorno. Per quanto riguarda i numeri, a fine 2023, gli stabilimenti balneari registrati erano 7.244, con l'Emilia-Romagna in testa per numero di stabilimenti, seguita da Toscana e Liguria.
In alcune aree, come a Rimini, oltre il 90% delle aree balneabili è affidato a privati, lasciando libere solo piccole porzioni, spesso vicine a scarichi fognari o in aree interdette alla balneazione. L'associazione Mare Libero sottolinea che in Liguria l'85-90% delle spiagge non è libero, mentre in Puglia esiste un modello più equilibrato, con sia spiagge attrezzate sia libere a disposizione dei cittadini. Un paradosso giuridico emerge dall'articolo 36 del Codice della navigazione, che consente l'uso del demanio marittimo per scopi imprenditoriali, quando invece dovrebbe essere l'eccezione. Sebbene la competenza sul demanio sia statale, la pianificazione è regionale, con soglie minime di spiagge libere che vengono talvolta disattese a livello comunale, creando tensioni tra residenti, operatori e turisti. In Europa, la situazione è diversa: in Francia, l'80% delle spiagge è libero e gratuito, mentre in Spagna e Portogallo, le concessioni sono temporanee.
Nonostante la direttiva Bolkestein del 2006 imponga gare pubbliche per le concessioni, l'Italia non l'ha ancora attuata completamente, subendo una procedura d'infrazione. Il governo Meloni ha prorogato i termini per bandire le gare fino al 2027, ma il conflitto sociale resta elevato. I prezzi per lettini e ombrelloni sono alti, mentre i canoni demaniali sono bassissimi, creando un paradosso economico, come ammesso dallo stesso Flavio Briatore riguardo il suo Twiga a Forte dei Marmi. Manca comunque un dato ufficiale sulla quota effettiva di spiagge libere. Una recente mappatura governativa, giudicata inaccurate da Legambiente, è stata contestata dalla Commissione europea. Secondo Mare Libero e Legambiente, è essenziale una legge nazionale semplice e verificabile, che garantisca almeno il 50% di spiagge libere in ogni Comune, gare trasparenti e canoni adeguati al valore economico generato.
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