VOCE
SICUREZZA
15.08.2025 - 14:00
L’Istituto Superiore di Sanità mette in fila numeri, cause e comportamenti da adottare per evitare il botulismo, un’intossicazione rara ma seria. Tra il 2001 e il 2024, in Italia sono stati segnalati 1.276 casi clinici sospetti, 574 confermati in laboratorio: 526 (91,6%) legati agli alimenti, 43 (7,5%) infantili e 5 (0,9%) da ferita. I decessi sono stati 15; il tasso di letalità è sceso dal 3,8% (2001-2011) al 2,6% (2012-2024). “Una delle ragioni principali” dell’incidenza italiana è la tradizione delle conserve fatte in casa, osserva Fabrizio Anniballi, responsabile del Centro di riferimento nazionale per il botulino dell’ISS. In particolare nel Mezzogiorno, conserve domestiche eseguite in modo improprio possono creare le condizioni ideali per lo sviluppo del microrganismo.
Il botulino (Clostridium botulinum) è un batterio anaerobio: prospera in assenza di ossigeno. Le sue spore sono diffuse in suolo, sedimenti e polvere. Il problema nasce quando la spora passa a cellula vegetativa e produce la tossina. - Sicuri per natura: conserve acide o acidificate (passata di pomodoro, sottaceti), conserve ad alto zucchero (marmellate, confetture), ad alto sale (salamoie, salagione) e alimenti freschi consumati tali e quali (come l’insalata). - A rischio senza sterilizzazione: tutte le altre conserve a bassa acidità, che richiedono trattamenti di sterilizzazione possibili solo a livello industriale. Nelle prime ore possono comparire disturbi gastrointestinali aspecifici. I segni tipici emergono in genere tra 24 e 72 ore dall’ingestione: - visione doppia, difficoltà di messa a fuoco, palpebre “pesanti” - pupille dilatate, bocca asciutta, difficoltà a deglutire e a parlare - stitichezza e ritenzione urinaria Nei casi più gravi subentra l’insufficienza respiratoria. Alla comparsa di sintomi compatibili è necessario recarsi tempestivamente in ospedale.
La tossina botulinica è tra i veleni naturali più potenti, ma un trattamento esiste: ospedalizzazione, antitossina nelle primissime fasi (agisce solo sulla quota circolante) e supporto intensivo se necessario. Il recupero può essere lento, ma le terminazioni nervose danneggiate tendono a riprendere la funzione. In Italia la gestione dell’antitossina è coordinata dal Centro Antiveleni di Pavia.
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