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CONSUMI
15.08.2025 - 17:50
Se il contatore scatta mentre cucini con una piastra a induzione e il climatizzatore è acceso, il problema non è sfortuna, ma la potenza impegnata. Gran parte del risparmio in bolletta dipende da questo. L'Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera) ha specificato i numeri, le soglie e i costi per modificare la potenza del contatore. Evitare frequenti distacchi è importante quando si utilizzano più elettrodomestici contemporaneamente, soprattutto in case con apparecchi ad alto assorbimento come piastre a induzione, pompe di calore e climatizzazione interamente elettrica.
Incrementare la potenza consente un margine sufficiente per le punte di carico senza continui riattacchi, migliorando il comfort d’uso. Ridurre la potenza consente di tagliare i costi fissi se non si sfrutta il massimale disponibile, una scelta adatta a chi ha pochi apparecchi o utilizza una seconda casa solo in certi periodi, privilegiando il risparmio rispetto alla disponibilità di potenza.
La potenza domestica standard è di 3 kW e il contatore interviene oltre circa 3,3 kW di prelievo istantaneo. Dal 2017, gli incrementi sono più granulari: da 0,5 a 6 kW, aumenti a scatti di 0,5 kW; oltre 6 kW fino a 10 kW, aumenti a scatti di 1 kW. Ogni kW aggiuntivo costa circa 25 euro/anno in termini di spesa fissa.
Cambiare la potenza contrattuale comporta vari costi, inclusa una quota fissa per i costi di gestione del fornitore e una quota variabile proporzionale ai kW aggiunti. Ad esempio, un aumento da 3 a 4 kW comporta un costo totale di 99,42 euro (IVA inclusa).
Regolare la potenza può essere conveniente grazie agli sconti introdotti dal 2017, con una riduzione di circa il 20% per ogni kW aggiunto. Inoltre, se si ripristina la potenza originaria dopo una riduzione, non si paga il contributo per l'aumento. È importante controllare in bolletta il livello massimo di potenza prelevata: se, con un contratto da 3 kW, il picco non supera mai 2,5 kW, può essere sensato chiedere una riduzione di 0,5 kW.
Il regime contrattuale influenza la quota fissa applicata dal fornitore; pertanto, è utile richiedere dettagli sui costi prima di richiedere modifiche. Si prevede che dal 2026 il cambio fornitore possa avvenire in 24 ore. Nel 2025, saranno erogati rimborsi nell'ambito del "bonus bollette" per i clienti vulnerabili.
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