VOCE
POLITICA
15.08.2025 - 18:31
Una fotografia nitida del sentimento dei cittadini, che premia la continuità e il radicamento sul territorio. Secondo un sondaggio realizzato per Affaritaliani da Roberto Baldassari, direttore generale dell’istituto demoscopico Lab21, Luca Zaia si conferma il governatore più amato d’Italia: il presidente del Veneto sale al 67,9% di consenso. Alle sue spalle, tutto un podio leghista: Massimiliano Fedriga, alla guida del Friuli Venezia Giulia, è secondo con il 63,1%; Attilio Fontana, governatore della Lombardia, è terzo con il 60,7%. Numeri che fotografano una tendenza di fondo e, insieme, aprono il cantiere politico del dopo-Zaia.
Il rilevamento commissionato da Affaritaliani e curato da Baldassari (Lab21) accredita Zaia di un consenso ancora in crescita. Dietro al trio di testa, la classifica prosegue con Michele De Pascale (Emilia-Romagna, 60,5%) e Marco Bucci (Liguria, 60,4%), entrambi ai piedi del podio. Completano la top ten, secondo i dati diffusi: Vincenzo De Luca (Campania, 60,1%), Alberto Cirio (Piemonte, 59,8%), Francesco Rocca (Lazio, 59,2%), Stefania Proietti (Umbria, 58,4%) e Alessandra Todde (Sardegna, 56,6%). Una graduatoria che, al netto delle diverse specificità regionali, segnala un indice di fiducia elevato verso chi governa i territori.
Il presidente Veneto ha letto il risultato come un riconoscimento del lavoro di lunga durata: “Vedere, dopo oltre 15 anni di impegno alla guida della Regione del Veneto, che il consenso dei cittadini non solo si mantiene alto, ma continua a crescere, è una soddisfazione enorme. È un risultato che considero una vera medaglia, perché certifica un legame profondo e autentico tra l’amministrazione regionale e la nostra comunità. Un legame costruito giorno dopo giorno, con passione, ascolto e serietà”. Nelle parole di Zaia il senso politico della classifica: la fiducia come esito di una relazione stabile e verificabile nel tempo.
Proprio l’ampiezza del consenso rende più delicata la partita della successione. Al momento non c’è un nome: il centrodestra non ha sciolto le riserve su chi possa provare a raccogliere l’eredità politica e amministrativa. Non è chiaro nemmeno se la maggioranza si presenterà con un unico candidato. Un bivio che pesa: la scelta del profilo giusto, capace di tenere insieme coalizione e opinione pubblica, sarà decisiva per trasformare il capitale di fiducia in continuità di governo.
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