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LA DENUNCIA

Il politico sfida il bodyshaming: “Me ne frego, tolgo la maglia a mare”

Claudio Borgia, vicesindaco di Montebelluna e dirigente FdI risponde agli insulti online e chiede educazione, non nuove leggi

Borgia sfida il bodyshaming a Ferragosto: “Me ne frego, tolgo la maglia”

"Panzone", "Ciccione di m..." e "palla di lardo", Claudio Borgia, vicesindaco di Montebelluna (Treviso) e nel direttivo regionale di Fratelli d'Italia, ha deciso di non voltarsi più dall’altra parte e di denunciare il bodyshaming di cui è vittima quotidianamente sui social.

Presidente provinciale di Fratelli d’Italia, 37 anni, vicesindaco di Montebelluna e candidato in pectore alle prossime regionali,  ha scelto la via più esposta: parlare. E lo ha fatto con un lungo post che suona come manifesto minimo contro il bodyshaming.




“Ogni giorno qualcuno viene preso di mira solo per come appare - ha sctitto sui suo profilo Facebook - A chi subisce tutto questo voglio dire: ignorateli”, scrive Borgia. Il timing non è casuale: “Ho pensato semplicemente che Ferragosto per molti ragazzi è uno scoglio e quindi vorrei essere d’esempio”. Il messaggio è netto: non si tratta di inseguire consensi, ma di rovesciare il paradigma dello sguardo altrui. A chi gli contesta calcoli elettorali risponde: “Non sono così importante da avere uno spin doctor e figuriamoci se faccio questo genere di calcoli. Sono in ferie e quindi ho un po’ più tempo per pensare, riflettere ed espormi su temi a me cari”.


Borgia usa anche l’autoironia. “Io non ho mai subito bullismo, vengo da un quartiere popolare, ho imparato a non farmi mettere i piedi in testa. La mia arma è l’autoironia”. Non si percepisce vittima: “Gran parte di quei commenti li avevo dimenticati. Non mi sento vittima, voglio solo dare coraggio a chi si sente più debole”.


Sulla spiaggia, oggi, la scelta diventa gesto: “Certo. Me ne frego: andrò in spiaggia e toglierò la maglia. Invito tutti a fare altrettanto, perché ognuno deve sentirsi bene con se stesso, al mare come in qualsiasi altro posto, senza farsi condizionare dai giudizi negativi della gente”. La linea è coerente: “Bisogna sì mettersi in forma ma farlo per la propria salute, non per il giudizio degli altri”. E aggiunge: “Io sono a dieta da una vita. E faccio un duro lavoro con un personal trainer, ma non per assecondare chi mi offende, lo faccio semplicemente per me e per la mia salute”.


Sulle ricette, Borgia rifiuta l’idea che bastino nuove leggi: “Ipernormare la vita delle persone è sbagliato. Bisogna educare”. Dal suo ruolo di assessore alla scuola ha messo in campo progetti educativi in classe sull’affettività e sul rispetto, serate dedicate con le famiglie, laboratori con professionisti, un regolamento antibullismo sugli autobus e collaborazioni con le società sportive. Un approccio pragmatico, che sposta il baricentro dal tribunale alla palestra sociale dell’educazione civica.

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