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16.08.2025 - 12:35
La scena è Anchorage, Alaska. L’ora è quella dei bilanci provvisori: promesse di “progressi” e di un’intesa a portata di mano, ma nessun cessate il fuoco. Vladimir Putin: "Ci aspettiamo che Kiev e le altre capitali europee prendano tutto questo in modo costruttivo e non ostacolino il processo, e non cerchino provocazioni o di ordire complotti per interrompere i progressi emersi”. È il tentativo di dettare il ritmo del negoziato e, allo stesso tempo, di incorniciare l’Europa e l’Ucraina come potenziali responsabili di un eventuale stallo.
Ad Anchorage non arriva l’intesa. Niente tregua immediata sul fronte ucraino, ma la promessa di un dossier più ampio. È Trump a spingere l’asticella: “Putin vuole un accordo complessivo, non solo una tregua. Zelensky e i leader europei sono d’accordo”, afferma il presidente Usa, dichiarando inoltre che i “punti su cui abbiamo concordato” includono anche “scambi di territori”. Parole pesanti, che — se confermate — metterebbero sul tavolo uno dei nodi più controversi e politicamente sensibili del conflitto. Il presidente russo usa due registri. Quello della disponibilità negoziale (“progressi” riconosciuti dopo il faccia a faccia in Alaska) e quello dell’ammonimento: no a “provocazioni” e a “accordi segreti” che possano sabotare il percorso. Il messaggio è calibrato per l’opinione pubblica internazionale e per gli interlocutori europei, chiamati — nella lettura del Cremlino — a non “ostacolare” una trattativa che Mosca vuole presentare come in avanzamento. Il calendario diplomatico si muove subito: oggi è previsto a Bruxelles un vertice degli ambasciatori europei; lunedì Volodymyr Zelensky sarà a Washington. Due appuntamenti chiave per testare la tenuta delle affermazioni di Anchorage: il grado di consenso europeo, la posizione del presidente ucraino, la traduzione in punti concreti dell’ipotetico “accordo complessivo”.
Sul fronte della percezione, il giudizio d’oltreoceano è tagliente: “Tappeto rosso per Putin, nessun risultato per Trump”, titola la stampa americana, mentre un ex ambasciatore degli Stati Uniti osserva che “Trump non ha perso, ma il presidente russo ha chiaramente vinto”. Nel frattempo, un dettaglio comunicativo fa discutere: la Casa Bianca rimuove dal video ufficiale dell’incontro il momento in cui Trump applaude Putin.
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