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SCUOLA

Cellulari banditi: cosa cambia

Da settembre ecco regole e sanzioni

cellulari banditi da settembre: cosa cambia davvero a scuola, tra armadietti, note e sospensioni

La campanella di settembre suonerà con una novità che nessuno potrà ignorare: lo smartphone resta fuori dalla classe. Dopo la circolare del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, il divieto diventa realtà in tutti gli istituti. Ma non sarà un copione unico: nell’Italia dell’autonomia scolastica, ogni scuola ha riscritto il regolamento, scegliendo strumenti e sanzioni. Il risultato? Un mosaico di regole che va dagli armadietti all’ingresso ai cellulari consegnati alla prima ora, fino a una disciplina “a cartellini”, con punizioni crescenti in base a gravità e recidiva. Ecco come.


Il divieto voluto dal ministro Valditara sarà operativo da settembre 2025 in tutti gli ordini di scuola. Al centro, due principi: niente telefoni in classe e responsabilizzazione degli studenti. Ma il “come” far rispettare le regole è affidato ai presidi, che hanno aggiornato i regolamenti d’istituto: un ventaglio di soluzioni che combinano prevenzione, controllo e un sistema sanzionatorio progressivo.



Il modello più adottato è quello delle “pene crescenti”, simile a un regolamento sportivo: si parte dall’ammonimento e, in caso di recidiva o condotte più gravi, si sale di livello. Nell’istituto comprensivo “Elena Corner” di Fossò e Vigonovo, la distinzione è netta:

- Telefono visibile ma non usato: primo richiamo verbale; alla recidiva scatta l’annotazione sul registro; al passo successivo si passa alla nota disciplinare, che incide sulla valutazione del comportamento.

- Uso attivo in classe (chiamate, messaggi, giochi, musica): già al primo episodio si registrano annotazioni, convocazione della famiglia e nota disciplinare. Con la recidiva, il consiglio di classe può disporre una sospensione da uno a cinque giorni.

- Diffusione sui social di foto o video realizzati a scuola: la sanzione può arrivare fino a quindici giorni di sospensione.

- Cellulari fuori dalla classe: consegna alla prima ora o deposito in armadietto, a seconda della scuola.

- Smartwatch: in alcune scuole, come a Pordenone, vietati al pari degli smartphone.

- Differenza tra “visibile” e “in uso”: sanzioni più leggere se il telefono è solo sul banco, più severe se usato.

- Social sotto controllo: condividere contenuti realizzati a scuola può costare sospensioni fino a 15 giorni.

- Verifiche blindate: uso dello smartphone durante i compiti comporta nota e sospensione immediate in diversi istituti.

- Riconsegna del telefono: spesso solo ai genitori, specie in caso di recidiva.

- Gite: telefono spento e responsabilità personale, con uso consentito solo fuori dalle attività didattiche.

- Viaggi e uscite: le sanzioni possono incidere sulla partecipazione.


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