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veneto
19.08.2025 - 15:45
Una notte di festa trasformata in tragedia. Sulla via Montorso, ad Arzignano, la sera di Ferragosto due sedicenni hanno perso la vita dopo l’impatto con un’auto. A quattro giorni dallo schianto, il giudice ha convalidato l’arresto dell’automobilista cinquantenne: resterà ai domiciliari. Davanti al gip, l’uomo ha scelto la “scena muta”, avvalendosi della facoltà di non rispondere. Intanto una comunità intera piange Giulio Pizzolato e Mattia Cardascia, amici uniti nella vita e nel ricordo.
Secondo le informazioni disponibili, l’uomo al volante di una Volkswagen Golf avrebbe impattato contro i mezzi a due ruote su cui viaggiavano i due sedicenni lungo via Montorso. La formulazione “avrebbe invaso la corsia opposta” emerge dai contenuti correlati della testata e rimane, allo stato, un’ipotesi investigativa che dovrà essere verificata. La Procura ha aperto un’inchiesta sul conducente per chiarire ogni dettaglio dello scontro mortale.
Il giudice per le indagini preliminari ha convalidato l’arresto del 50enne e ha disposto la prosecuzione degli arresti domiciliari. L’uomo, residente ad Arzignano, ha scelto di non rispondere alle domande del giudice, esercitando un diritto previsto dal codice di procedura. Una scelta che non equivale a un’ammissione né a una negazione di responsabilità, ma rientra nelle prerogative della difesa in questa fase.
Giulio Pizzolato e Mattia Cardascia avevano 16 anni. I due amici sono diventati, loro malgrado, il simbolo di un Ferragosto che Arzignano non dimenticherà. Il dolore attraversa famiglie, compagni di scuola e conoscenti: la città si stringe attorno a chi piange due vite spezzate nel momento in cui tutto doveva ancora iniziare.
La ricostruzione puntuale della dinamica è decisiva: velocità dei veicoli, traiettorie, eventuali manovre e la presenza di possibili testimoni o telecamere di zona. Sarà il lavoro degli inquirenti a stabilire se vi siano state violazioni del codice della strada e in quale misura abbiano inciso sull’esito dello scontro. Ogni passaggio dovrà essere documentato e verificato, nel rispetto della presunzione di innocenza dell’indagato.
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