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Preso con 22 chili di marijuana tra casa e auto

Il 30enne sarebbe indagato come presunto grossista dei pusher locali

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Un’auto parcheggiata come tante e un appartamento ordinario, dietro i quali, secondo gli investigatori, si nascondeva un piccolo hub dello spaccio di marijuana nel Trevigiano. Ventidue chili di erba, bilancini e materiale per il confezionamento: è questo il bottino sequestrato dalla squadra mobile a un 30enne di Cessalto, imprenditore edile, finito ai domiciliari con l’accusa di detenzione di stupefacenti a fini di spaccio. Una quantità che, stimano le fonti, vale “alcune decine di migliaia di euro” e che alimenta l’ipotesi di un ruolo da grossista al servizio dei pusher della zona.

Il controllo è scattato sabato 16 agosto, quando gli agenti hanno bussato alla porta del 30enne “andando a colpo sicuro”. La perquisizione, estesa all’abitazione e all’auto, ha permesso di recuperare 22 chili di marijuana, distribuiti tra casa e bagagliaio. Sequestrati anche bilancini di precisione e tutto l’occorrente per il confezionamento, indizi tipici del frazionamento in dosi destinato al mercato al dettaglio. L’uomo, che risulta avere un piccolo precedente specifico, è stato posto agli arresti domiciliari. La notizia è stata resa nota lunedì 18 agosto 2025 alle 12:45.

L’operazione è il tassello più recente di una più ampia indagine sullo spaccio di droghe leggere in provincia di Treviso. La quantità rinvenuta rafforza, secondo gli inquirenti, la pista del rifornimento ai pusher locali più che dell’uso personale. Ora l’attenzione si sposta a monte: risalire ai canali di approvvigionamento è la priorità, e un aiuto potrà arrivare dall’analisi dei telefoni cellulari sequestrati. Chat, rubriche, spostamenti e transazioni potrebbero disegnare la mappa dei contatti, chiarendo se dietro il 30enne ci sia una rete più strutturata e quali siano i flussi della merce.

L’uomo è un imprenditore del settore edile, residente a Cessalto, e viene indicato dagli investigatori come possibile punto di snodo per la distribuzione della marijuana nell’area. Resta, com’è doveroso ricordare, la presunzione d’innocenza fino a eventuale sentenza definitiva. Saranno i riscontri tecnici sui dispositivi, i tabulati e gli esiti dei sequestri a pesare sul quadro accusatorio nelle prossime fasi.


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