VOCE
VERONA
20.08.2025 - 18:16
La scelta del sindaco Damiano Tommasi di registrare personalmente quattro bambini nati in coppie omogenitoriali diventa terreno di scontro politico
Il 20 agosto 2025 a Verona infuria la polemica dopo che il sindaco Damiano Tommasi (centrosinistra) ha registrato all’anagrafe quattro bambini figli di coppie dello stesso sesso. Nel capoluogo scaligero risultano 13 famiglie omogenitoriali con almeno un figlio ciascuna: 11 composte da due madri e 2 da due padri, per un totale di 15 minori. Tre dei quattro bambini registrati da Tommasi risultano iscritti prima della sentenza 68/2025 della Corte Costituzionale, che ha dichiarato illegittimo il divieto per la madre intenzionale di riconoscere come proprio il figlio nato in Italia tramite procreazione medicalmente assistita (Pma) praticata all’estero.
Dal fronte dei partiti di Governo, all’opposizione a Verona, arriva un “no” netto. Maddalena Morgante (Fratelli d’Italia), deputata e responsabile del dipartimento “Famiglia e valori non negoziabili”. E rincara: «Il diritto di un bambino è di avere una mamma e un papà. E un sindaco, con la esse maiuscola, dovrebbe tutelare anche questo». Sulla stessa linea Paola Boscaini, deputata veronese di Forza Italia ed ex sindaca di Bussolengo: «Il concetto di famiglia è quello di nucleo naturale tra uomo e donna». Pur ribadendo che «ogni forma di discriminazione dev’essere affrontata, combattuta e cancellata» e che «le persone omosessuali hanno il diritto di essere anche coppia», Boscaini considera «profondamente sbagliato definirli famiglia sul piano giuridico e sociale» e bolla l’approccio come «relativismo etico» che «mina le basi della nostra organizzazione sociale». A sostegno cita «Dolce e Gabbana», che hanno più volte ribadito che «i bambini devono stare in famiglie composte da un uomo e una donna». Duro anche Stefano Valdegamberi, consigliere regionale del Gruppo Misto: la scelta di Tommasi, afferma, «è un avvalorare la negazione del diritto naturale di ogni bambino di avere un papà e una mamma». Per Valdegamberi si tratta di «una forma di violenza contro i bambini stessi», perché «i papà naturali esistono! Non sono fantasmi. Perché viene negato al bambino il diritto di conoscerli?».
Nel centrodestra non mancano distinguo. Paolo Tosato, senatore della Lega, pur dichiarandosi «contrario alla maternità surrogata», ritiene «prioritario tutelare i bambini» e «giusto regolamentare le loro situazioni». Dal centrosinistra, Area Liberal – con Giorgio Pasetto, presidente della Fondazione Bentegodi – «accoglie con favore la scelta del sindaco Tommasi di registrare i figli delle famiglie arcobaleno a Verona». È «un passo importante di civiltà» che «riconosce concretamente i diritti dei bambini e mette al centro il loro benessere, al di là delle ideologie». Per Pasetto, «la famiglia è prima di tutto amore, cura e responsabilità». Per il Partito Democratico, Alessio Albertini, sindaco di Belfiore (area centrista-riformista), definisce la decisione «del tutto condivisibile» e «coraggiosa», capace di porre «Verona all’avanguardia a livello nazionale». Il punto fermo, insiste, è «la tutela dei figli, che oggi esistono» e «meritano un riconoscimento pieno e totale del proprio status», senza che «su di loro ricadano situazioni giuridiche» legate agli adulti che ne chiedono la registrazione.
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