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ESTERO
21.08.2025 - 17:56
La Danimarca abolisce l’Iva sui libri, oggi al 25% — la più alta al mondo — con una scelta che punta dritta al cuore di quella che il governo chiama “crisi dei lettori”. Un azzardo calcolato: rinunciare a 43,8 milioni di euro l’anno per ritrovare un’abitudine, quella della lettura, che si sta assottigliando. Sarà la legge di bilancio a sancire l’abolizione dell’Iva sui libri. L’annuncio è arrivato dal ministro della Cultura, Jakob Engel-Schmidt, che ha rivendicato il cambio di rotta come un investimento culturale: «Investiamo nella cultura dei danesi. Sono orgoglioso della scelta», ha dichiarato, ripreso dall’agenzia Ritzau.
I dati fotografano la tendenza. Nel 2023 in Danimarca sono stati venduti 8,3 milioni di libri, a fronte di una popolazione che supera di poco i 6 milioni: poco più di un libro a testa in un anno. Il mercato è trainato soprattutto dai titoli per l’infanzia, tra albi illustrati e libri-attività, seguiti da gialli, thriller e romanzi di suspense. Il raffronto con l’Italia è impietoso per dimensioni assolute: 115 milioni di copie vendute nello stesso anno, secondo l’Associazione Italiana Editori.
Non è una rivoluzione in solitaria. In Norvegia i libri sono esenti dall’Iva, in Finlandia l’aliquota è al 14%, in Svezia al 6%. Proprio in Svezia, la riduzione del 2001 ha stimolato le vendite; eppure gli analisti hanno osservato che i principali beneficiari sono stati i lettori già attivi. La scommessa danese prova a spingersi oltre la leva fiscale. Il governo ha stanziato fondi per rafforzare la collaborazione tra scuole e biblioteche, nella convinzione che l’abitudine alla lettura si costruisca per tempo. «Vogliamo introdurre i più giovani alla buona letteratura. Solo così si può invertire il calo», ha spiegato Engel-Schmidt. Una strategia che unisce sconto alla cassa e infrastruttura educativa, con l’infanzia come terreno decisivo.
La critica più ricorrente? Che l’abolizione finisca per gonfiare i margini degli editori senza incidere sui prezzi. Il ministro non esclude contromisure: verrà monitorato l’andamento dei listini e, se l’intervento si traducesse solo in maggiori profitti per la filiera, il governo è pronto a riconsiderare la misura. Una clausola di salvaguardia politica che segnala pragmatismo e mette pressione sul settore.
Il quadro italiano resta stabile: Iva al 4% per i libri cartacei, agevolazione estesa agli allegati venduti con la copia e, più in generale, ai prodotti editoriali. Alcune pubblicazioni destinate all’insegnamento o a particolari categorie di lettori, come le persone con disabilità, sono esenti.
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