Cerca

la storia

I rosari del Papa made in Polesine

“Ho iniziato così. Abbiamo creato i rosari per i papi, e ora Leone XIV”. E poi Notre Dame, British Museum...

I rosari del Papa made in Polesine

È nelle mani di capi di Stato e leader mondiali, è stato fra le dita di Trump, Putin e Zelensky, è il rosario che il Papa dona alle delegazioni estere che gli fanno visita. È il rosario che, dal 1988, nasce in Polesine, a Santa Maria Maddalena; in una parola, è la storia della famiglia Ghirelli.

Vaticano, Notre Dame, British Museum, Irlanda, Fatima e gli States: a unire alcuni dei luoghi cuore della devozione mondiale, un filo rosso, anzi, un legame impastato tra gli argini del Po, nell’acqua di una storia personale che trasuda un cammino di fede, dal respiro ampio della Provvidenza. A raccontarlo, grato e commosso, è il titolare, Alessandro, insieme alla moglie Cinzia e ai sette figli, sei dei quali lavorano tutt’ora nell’azienda.

“Provengo da tutt’altro campo, i miei genitori commerciavano nell’ambito della frutta e avevano alcuni campi. Tutto cambiò a vent’anni. Stavamo tornando in auto da Rovigo con la mia fidanzata e mio papà. All’altezza di Canaro un camion dei pompieri ci investì in pieno. Mio padre morì nell’impatto. Dopo l’evento ero intenzionato a proseguire con ciò che rimaneva del lavoro di famiglia ma il periodo storico e il contesto globale non aiutarono affatto: era da poco esplosa la centrale di Cernobyl e iniziavano ad esserci tutte le ripercussioni sui raccolti per la radioattività le nubi tossiche. Con aiuti sbagliati e un tracollo alle spalle, mi ritrovai per terra, era un momento complicato”, spiega Alessandro, ripercorrendo la genesi di un’impresa che, ad oggi, si classifica come una della più importanti e rilevanti a livello mondiale nella produzione dei rosari.

In foto, la  famiglia Ghirelli

“È stato solo nel 1988, con il matrimonio insieme a Cinzia e il nostro viaggio di nozze, che le cose cambiarono. Andammo sui luoghi di Padre Pio e lì iniziò un lungo cammino fatto di fede e speranza nel segno di un forte incontro con la sua figura, quel viaggio ci diede il coraggio di aprire un’attività nostra, avremmo creato rosari” continua. Dopo la tappa a Loreto e il primo sacchetto di perline acquistato, tante le porte sbattute in faccia, ricorda con un filo di voce il titolare, elencando tutti i vari tentativi per entrare in un mercato di nicchia. E si sa, spesso i cammini si intrecciano come i grani di una corona, ed è il caso dell’incontro con don Nello Castello di Lendinara, figlio spirituale di Padre Pio e grande amico e aiuto di Ghirelli, scomparso lo scorso 13 agosto.

“Fu un vero e proprio cambiamento di fede quello che mi fece cambiare idea e scommettere tutto. Per i primi anni andammo avanti più per fede che per ragione di fatti”. E poi la svolta, le chiamate dalla Segreteria di Stato Vaticana: “Da 35 anni produciamo noi i rosari ufficiali che i pontefici romani donano alle delegazioni estere e ai capi di Stato stranieri quando vengono ricevuti nelle udienze private o sono in visita in Vaticano: da Giovanni Paolo a Benedetto XVI, da Francesco a, ora, Leone XIV. I rosari del papa sono sempre molto umili e semplici, con lo stemma del santo padre nella crocetta, la croce (spesso quella realizzata per Paolo VI) e un’immagine mariana. Per Benedetto e Francesco avevamo proposto la “Mater ecclesiae” tratta dalla basilica vaticana, per Leone abbiamo invece inviato un’altra proposta, quella a lui cara del “Buon consiglio”. L’idea è stata apprezzata da Papa Leone”.

Tecnologia, progettazione e metodi tradizionali di produzione sono alcune delle caratteristiche degli articoli di Ghirelli, tanto che nel 2005, ricorda Alessandro: “Abbiamo ricevuto la richiesta di creare il Rosario ufficiale di Notre Dame de Paris, confermata anche per quello commemorativo (2024) della sua riapertura dopo l’incendio. Ma abbiamo anche collaborato con Montmartre, il British Museum di Londra, Fatima, Knock (Irlanda). Il 98% del nostro export è per l’estero”.

Esportazione che ha trovato una crescita esponenziale con la presenza di una sede operativa anche a New York: “L’idea di essere presenti su quel mercato è nata dalla grande imitazione dei nostri articoli oltre oceano” conclude Alessandro, con lo sguardo verso le nuove generazioni e l’occhio oltre il Po, da chi ancora sa cosa vuol dire sperare.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400