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Morbillo, vaccini sotto la soglia

Ecco i dati

Morbillo, vaccini sotto la soglia

Con il morbillo non si scherza. Come ricorda la Società italiana di pediatria, “è una malattia altamente contagiosa e pericolosa. Può causare polmonite, encefalite (gonfiore cerebrale), sordità, disabilità intellettiva e persino la morte. La vaccinazione è il modo più sicuro ed efficace per prevenirlo. Due dosi del vaccino Mpr sono efficaci al 97% nel prevenire il morbillo”.

Eppure negli ultimi tempi si sta assistendo, anche in Polesine, ad un abbassamento della quota dei vaccinati al quale fa riscontro un ritorno dei contagi di una malattia esantematica che, proprio grazie alla alte coperture vaccinali, da queste parti era pressoché scomparsa. Invece, come evidenzia l’Istituto superiore di Sanitò, “nel 2024 sono stati registrati in Italia 1.054 casi di morbillo, un aumento preoccupante rispetto ai 43 casi nel 2023. Questo fenomeno globale, segnalato anche dall’Oms, evidenzia l’importanza di prevenire una malattia altamente contagiosa che può causare gravi complicazioni e ha provocato 107.000 decessi nel mondo nel 2023”. Dei 1045 casi del 2024, 17,7 per milione, 30 sono stati registrati in Veneto. Da gennaio a giugno di quest’anno altri 391 casi, 22 dei quali in Veneto.

Guardando alle coperture vaccinali, si scopre che in Veneto con i dati aggiornati ad agosto, la copertura con la prima dose, ce si esegue dopo il primo anno di nascita, dei bambini nati nel 2023 è solamente il 94,6%, al di sotto della quota ritenuta sufficiente a produrre la cosiddetta “immunità di gregge”, ovvero una copertura tale da evitare la circolazione del virus e di proteggere quindi anche i bambini più piccoli che non hanno ancora l’età per essere vaccinati o le persone di qualsiasi età che per qualsiasi motivo non possano vaccinarsi o siano immunodepressi. E, purtroppo, fra la tre province che hanno percentuali di vaccinazione inferiore a questa quota figura proprio la provincia di Rovigo.

O meglio, il territorio dell’Ulss Polesana, con il 94,7%. E se è vero che l’Ulss 7 Pedemontana con appena il 92,1%, l’Ulss 8 Berica con il 93,8% e l’Ulss 2 della Marca con il 93,4% fanno peggio, è vero anche che si tratta di un valore che per il Polesine, storicamente abbastanza propenso ai vaccini, risulta essere particolarmente basso. Ma, purtroppo, non un’assoluta novità. Tuttavia, ai tempi delle due Ulss, nell’ex Ulss 19 di Adria la copertura per i nati nel 2008 aveva raggiunto addirittura il 99,2%, mentre il 94,9% nell’Ulss 18 di Rovigo, a fronte di una media regionale del 92,4%. Nel 2020, la copertura vaccinale “aggiustata a 24 mesi” per i nati nel 2018 sul territorio dell’Ulss Polesana era pari al 95,6%. Ovvero, non solo oltre la soglia del 95%, che garantisce l’immunità di gregge, che è la copertura in grado di scongiurare l’insorgere di focolai epidemici, ma anche la percentuale più alta fra tutte le Ulss del Veneto, con la media regionale al 93,2% e solo l’Ulss Serenissima sopra alla soglia dell’immunità di gregge, al 95,3%, mentre nell’Ulss Pedemontana il valore era addirittura al 90,9%.

Tuttavia, tornando ai dati aggiornati a questo agosto, si può notare come, guardando alle altre coorti di età, in Polesine si raggiunge una copertura del 96,1% per i bambini del 2022 a fronte di una media regionale del 95,9%, per quelli del 2020 del 97,1%, la più alta del Veneto che si attesta in media al 96,4%, e per quelli del 2021 così come per quelli del 2019 addirittura al 97,2%, con un dato medio regionale del 96,8%.

Insomma, numeri che confermano che in Polesine non si può certo parlare di disaffezione alle vaccinazioni anti morbillo. Tuttavia, a fronte di nuovi focolai epidemici che si stanno manifestando in tutto il mondo, compresi gli Usa, con 1.288 casi, il record dal 1992 con 162 ricoverati e tre morti, e 127.350 casi nella regione europea, il doppio rispetto al 2023 e il numero più alto dal 1997, come sia sempre necessario tenere alta la guardia contro una malattia che, come riporta la Fondazione Umberto Veronesi, si stima “che nel 2023 abbia causato 107.500 morti, per lo più tra bambini sotto i 5 anni. Sebbene questo rappresenti una diminuzione dell'8% rispetto al 2022, sono ancora troppe le morti per una malattia prevenibile”.

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