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Oro nel Po. E non è uno scherzo

C'è chi dedica le ferie a "setacciare" il Grande Fiume

Oro nel Po. E non è uno scherzo

Non è certo la corsa all'oro del Klondike, ma per un uomo che chiameremo Marco (nome ovviamente di fantasia per tutelare la sua privacy ndr), il fiume Po è diventato una vera e propria miniera d'oro.

Per il secondo anno consecutivo, Marco ha dedicato le sue ferie annuali alla ricerca del prezioso metallo lungo le rive del grande fiume, nell'area dell'altopolesine, e quest'anno la sua perseveranza è stata ripagata con una scoperta sorprendente: quasi 8 grammi d'oro. Marco non è però un cercatore improvvisato. Grande appassionato ed esperto del settore, ha dedicato tempo e studio alla geologia del fiume, analizzando la conformazione dei fondali e la tipologia di detriti trasportati dagli affluenti.

La sua teoria, che il Po potesse celare depositi d'oro, si era già concretizzata l'anno scorso con il ritrovamento di alcune minuscole tracce, sufficienti a confermare le sue intuizioni e a spingerlo a ritornare. Quest'anno, armato di piatti da setaccio, strumenti essenziali per separare l'oro dai sedimenti fluviali, e forte di approfonditi studi sulle tecniche di ricerca e sull'utilizzo degli strumenti più adatti, Marco ha affinato la sua strategia. Il risultato? Un bottino di quasi 8 grammi di oro. È importante sottolineare che l'oro fluviale non è solitamente purissimo e il suo valore di mercato è inferiore rispetto all'oro da miniera, ma la soddisfazione di Marco è immensa. Sebbene non voglia rivelare la zona esatta del ritrovamento per ovvie ragioni, conferma che la ricerca è avvenuta nel tratto di fiume compreso tra Melara e Polesella. 

Qual è stata la sensazione quando quest'anno ha trovato una quantità così significativa di oro?

 “È indescrivibile. L'anno scorso avevo avuto solo delle conferme, delle piccole lamine che mi avevano detto ‘sì, la tua teoria è giusta’. Quest'anno, trovare quasi 8 grammi è stata un'emozione pazzesca, la conferma definitiva che tutti gli studi e gli sforzi non sono stati vani”. 

Hai dedicato molto tempo allo studio della conformazione dei fondali e dei detriti del Po. Ci puoi spiegare l'importanza di questa fase preliminare nella tua ricerca?

 “È assolutamente fondamentale. Non si tratta solo di ‘setacciare a caso’. L'oro, essendo molto pesante, tende a depositarsi in punti specifici del fiume, dove la corrente perde forza o dove ci sono delle conformazioni naturali che lo intrappolano. Capire come il fiume si comporta, dove si accumulano i sedimenti più pesanti portati dagli affluenti, è la chiave. Ho studiato mappe, dati geologici, ho osservato il fiume per mesi prima di iniziare a cercare attivamente”. Hai parlato di "piatti per setacciare l'acqua". 

Quali sono gli strumenti principali che hai utilizzato e come hai affinato la tua tecnica di ricerca?

  “I piatti, o batee, sono lo strumento base di ogni cercatore d'oro. Servono a separare il materiale più pesante, come l'oro, dalla sabbia e dalla ghiaia attraverso un processo di lavaggio e vibrazione. Oltre alle batee, utilizzo anche delle pompe per dragare i sedimenti dai punti più promettenti e setacci di varie dimensioni per una pre-selezione del materiale. La tecnica si affina con l'esperienza: si impara a riconoscere il suono dell'oro che sbatte nel piatto, il modo giusto di agitarlo, come leggere il fiume”. 

Molti potrebbero pensare che cercare oro in un fiume italiano sia un'impresa vana. Cosa diresti a chi è scettico?

Direi che la natura riserva sempre delle sorprese. L'oro è un metallo estremamente diffuso, anche se spesso in concentrazioni minime. Il Po, con la sua vastità e i suoi affluenti che scendono da zone montuose, è un fiume che ha trasportato e continua a trasportare sedimenti per millenni. Non si tratta di arricchirsi in un giorno, ma di vivere una passione, di connettersi con la natura e, ogni tanto, di ricevere delle bellissime sorprese. Certo, non è oro purissimo come quello che si estrae dalle miniere, ma è pur sempre oro, e ha un suo valore intrinseco, anche emotivo”. 

Progetti per il prossimo anno? Tornerai sul Po in Altopolesine?

Assolutamente sì! Finché potrò permettermelo, le mie ferie saranno dedicate alla ricerca. Ogni anno imparo qualcosa di nuovo, scopro nuovi angoli del fiume. Il Po ha ancora molti segreti da svelare, e io sono pronto a cercarli”.

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