VOCE
Cambiamenti climatici
22.08.2025 - 20:00
“Piogge e allagamenti, il problema non sono tombini e caditoie, ma ben più ampi: perché piove troppo, piove in maniera diversa, perché i fenomeni a carattere estremo sono più frequenti e perché l’ordine di grandezza dei fenomeni estremi attuali è così consistente che non può essere gestito dalla rete di deflusso esistente”. A rimarcarlo, il meteorologo Marco Rabito, presidente di Meteo in Veneto, divulgatore scientifico, conduttore tv e opinionista sportivo nonché amministratore pubblico, vicesindaco del Comune di Monticello Conte Otto. Che avverte senza indorare la pillola: “Dovremo prepararci a fronteggiare situazioni sempre più complesse”.
Questa volta il Polesine è stato risparmiato, perché i fenomeni estremi che hanno flagellato in particolare Padova e Venezia fra mercoledì e giovedì hanno solo lambito la provincia di Rovigo, con la coda della perturbazione che ha insistito su Rosolina, ma fortunatamente senza provocare grossi danni. Ma, avverte Rabito, “questi fenomeni sono sempre più frequenti e intensi: anche in passato ne avevamo, ma avvenivano più raramente, tanto che ci ricordiamo di episodi avvenuti quaranta o cinquant’anni fa proprio perché episodici. Adesso, invece, avvengono con tempi di ritorno sempre più ridotti”.
A cambiare, però, non è solo la frequenza di questi temporali estremi, ma anche la loro intensità: “Se in passato ci volevano ore di pioggia per andare in crisi, adesso la quantità è non solo estremamente importante ma soprattutto estremamente concentrata in poco tempo. Per questo la pulizia di tombini e caditoie, che resta certo un atto preventivo importante e necessario, perché è estremamente banale sottolineare che la manutenzione del territorio è indispensabile per una migliore gestione di cumulate pluviometriche normali o non eccessive, non è comunque sufficiente. Ti ci può anche specchiare su una caditoia, ma se arrivano 38 millimetri in 15 minuti, come misurato a Mira, vai sotto acqua".
"Certi ordini di grandezza non sono gestibili, nemmeno con la super manutenzione. Perché è tutta l’infrastruttura che è tarata sulle piogge degli anni ’60 e ’70, fra l’altro su un territorio molto meno urbanizzato e meno impermeabilizzato, che non è in grado di smaltire i quantitativi attuali”. Per dirla in parole poverissime è come rovesciare un secchio d’acqua in un lavandino e poi fare lo stesso con tre secchi rovesciati allo stesso tempo: lo scarico non è in grado di smaltire l’acqua arrivata simultaneamente.
Caldo e piogge intense vanno a braccetto, soprattutto vicino al mare, perché, spiega Rabito: “Il mare ha un’inerzia termica diversa rispetto al suolo, immagazzina il calore durante l’estate, caratterizzate da ondate di calore sempre più lunghe ed estreme che riducono il periodo di riequilibrio energetico, e lo rilascia con lentezza a fine estate inizio autunno, quindi quando arrivano le perturbazioni c’è più energia e quindi i temporali sono più violenti. Un tempo quelli dannosi erano uno su dieci, ora ogni temporale è da allerta. Il nord Adriatico è più caldo di 3 o 4 gradi rispetto a 30 anni fa e questo ha un impatto fortissimo. Per questo dobbiamo aspettarci in futuro episodi sempre più estremi”.
Tuttavia, accanto agli aspetti legati ai cambiamenti climatici, ci sono anche aspetti “terra terra”, legati al consumo di suolo. “L’urbanizzazione è un fattore che riduce la capacità di gestire i grandi quantitativi d’acqua, ma non è solo la cementificazione perché anche l’agricoltura intensiva riduce la porosità dei suoli e la capacità di assorbimento. Basti pensare, poi, che abbiamo perso tutti i boschi di pianura, preziosissimi”.
Che fare, dunque? “Beh - nota Rabito - rifare tutte le reti di deflusso è impensabile e costosissimo. Sull’esistente si può procedere a stralci e realizzare micro bacini di laminazione. Fortunatamente, per le nuove lottizzazioni sono già previsti sistemi adeguati. Ma dobbiamo comunque sempre pensare che dovremo trovare tutti gli strumenti possibili per fronteggiare queste piogge sempre più estreme”.
Commenti all'articolo
frank1
23 Agosto 2025 - 08:06
ma non diciamo baggianate...dare la colpa al cambiamento climatico è il classico scaricabarile..per nascondere le negligenze altrui..sono dai tempi della bibbia,quindi qualche "annetto fa" che si parla di diluvi...e non certo era colpa del clima..ma in questi anni,se fossero stati fatti i bacini di contorcimenti,le pulizie dei tombini e quant'altro,non ci sarebbero questi laghi.comodi lanciare il
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