VOCE
Veneto
22.08.2025 - 16:17
VENEZIA - Nessun rinnovo delle concessioni di suolo pubblico, a Venezia, per gli esercizi commerciali che ospitano apparecchi da gioco, anche se non costituiscono l’attività principale. Lo ha stabilito definitivamente il Consiglio di Stato, respingendo il ricorso di una società che gestisce e noleggia videolotteries contro il provvedimento del Comune.
La disposizione comunale del 2023 prevede che, per ottenere una nuova concessione, l’esercizio debba rinunciare alla presenza di apparecchi da gioco. Secondo i giudici di Palazzo Spada, la misura rispetta la normativa regionale contro il gioco patologico ed è pienamente legittima.
Il Consiglio di Stato ha ribadito che il rinnovo della concessione non è un diritto acquisito, ma un atto discrezionale dell’ente locale: si tratta infatti di una “premialità” e non di un atto dovuto. Tale discrezionalità non riguarda solo l’individuazione delle aree da concedere, ma anche dimensioni, tempi, modalità e restrizioni ritenute necessarie per motivi urbanistici, architettonici, paesaggistici o di viabilità. In questo quadro rientra la scelta di subordinare i rinnovi alla rimozione delle slot machine, misura che – sottolinea il Collegio – “non ha alcun carattere sanzionatorio”.
Respinta anche l’interpretazione della società ricorrente secondo cui il provvedimento sarebbe retroattivo: i giudici hanno chiarito che il rinnovo va equiparato a una nuova concessione, senza alcun diritto a proseguirla automaticamente.
Infine, il Consiglio di Stato ha ricordato che il divieto era già previsto dal Regolamento Giochi del 2016, ma l’amministrazione aveva concesso una proroga fino al 31 dicembre 2024 su richiesta dell’associazione As.tro, per consentire agli esercenti di chiudere i contratti in corso con i gestori delle macchine.
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