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Cultura

Skibidi, delulu e tradwife, nuove parole

da oggi entrano nel Cambridge dictionary

Dal meme al vocabolario: le nuove parole del Cambridge raccontano l’era dei social

Basta uno scroll per capire che la lingua corre alla velocità dei social. Ma quando i meme entrano nel dizionario, non è più soltanto una moda: è un cambio di paradigma. La nuova edizione del Cambridge Dictionary ufficializza l’ingresso di termini nati online – da “skibidi” a “delulu”, fino a “tradwife” – e certifica l’impatto, ormai strutturale, della cultura digitale sull’inglese contemporaneo.


“La cultura di internet sta cambiando la lingua inglese, ed è affascinante osservare e registrare questo fenomeno nel vocabolario”, ha dichiarato al Guardian Colin McIntosh, responsabile del programma lessicale del Cambridge Dictionary. Non un’apertura indiscriminata, assicura: “Non aggiungiamo una parola a cuor leggero: lo facciamo solo quando pensiamo che abbia reale potenziale di longevità”. Numeri alla mano, l’ultima tornata ha portato 6.212 nuove voci nel repertorio dell’Università di Cambridge, con un baricentro spostato verso l’universo Gen Z e Alpha.


Cardine della nuova stagione lessicale è “skibidi”. Il Cambridge la registra come parola a significati multipli e persino contraddittori: può voler dire “cool”, “scarso”, funzionare come presa in giro o non significare nulla, usata per il puro sound. Il termine esplode con la serie virale di YouTube “Skibidi Toilet”, dove una testa emerge da una tazza del water: un nonsense spinto all’estremo che ha raggiunto punte di almeno 60 milioni di visualizzazioni. La traiettoria è quella tipica del meme che diventa costume: al punto da comparire su una collana d’oro e brillanti regalata a Kim Kardashian dalla figlia maggiore.


C’è chi brinda alla democratizzazione linguistica e chi intravede crepe nel discorso pubblico. Lo scrittore e artista statunitense Lee Escobedo legge nel fenomeno un segno dei tempi: “Il cervello Skibidi rappresenta una generazione fluente nell’ironia ma affamata di significato. È un’infodemia caotica che normalizza lo scherzo come forma di espressione”. Il successo fonetico di “skibidi” potrebbe avere antenati nobili. Sui social si è evocato lo “scat”, l’improvvisazione vocale senza senso apparente del jazz, ripresa poi nell’hip hop degli anni Ottanta e tornata pop negli anni Novanta con John Scatman. 

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