VOCE
Verona
24.08.2025 - 15:40
Verona, 24 agosto 2025 — Il Carnevale che ha fatto grande Verona non depone le armi. Il Bacanal del Gnoco prepara un nuovo ricorso dopo la revoca dei contributi ministeriali per le edizioni 2023 e 2024: in gioco ci sono 485.127 euro e, soprattutto, un principio che il comitato ritiene di giustizia e proporzionalità. Mentre al Tar del Lazio il primo ricorso è stato respinto per ragioni di tempistica, al Ministero della Cultura è cambiato il vento: nel bando 2025 è scomparso il requisito della fedina penale immacolata per i rappresentanti degli enti beneficiari. Un cambio di rotta che rianima la battaglia e promette di far discutere.
Il Ministero della Cultura ha revocato i contributi destinati al Bacanal del Gnoco per le edizioni 2023 e 2024 del Carnevale veronese, dopo verifiche interne che hanno accertato la presenza, nel direttivo, di due persone non incensurate. La clausola dirimente era inserita in due provvedimenti: il D.M. 24 agosto 2023 (rep. n. 278) e il D.D.G. 16 ottobre 2024 (rep. n. 1499), che richiedevano che i rappresentanti degli enti beneficiari “non avessero riportato condanne, ancorché non definitive, né l’applicazione di pena concordata per delitti non colposi”.
Il presidente del Bacanal, Valerio Corradi, respinge l’idea di irregolarità e rivendica la buona fede del comitato: “Siamo un’associazione di volontari. Per la partecipazione ai bandi ci affidiamo a tecnici. E sulla questione delle condanne, non ci sono state omissioni”. Corradi insiste su un punto giuridico: “Io ho patteggiato e il patteggiamento, in base alla normativa italiana, non è una condanna definitiva. È una forma di accordo che non equivale a un giudizio pieno”. E aggiunge un dettaglio temporale: “Il mio patteggiamento è arrivato cinque giorni prima dell’erogazione del contributo. Il contributo ce lo hanno assegnato. Finito il problema”. Di diverso avviso il dettato dei bandi 2023 e 2024, che includevano espressamente anche le condanne non definitive e l’applicazione della pena concordata tra le cause ostative alla concessione dei fondi. La clausola ha innescato la revoca. Per un altro membro del direttivo, spiega Corradi, la pendenza non era nemmeno nota: “Non sapeva nemmeno di avere una pendenza legale”.
Il ricorso presentato al Tar del Lazio è stato respinto non nel merito, ma per tardività. “Secondo il tribunale, avremmo dovuto contestare subito il bando, appena uscito. Non l’abbiamo fatto e per questo motivo la nostra impugnazione è stata giudicata inammissibile. Ma la sostanza non è stata affrontata”, nota Corradi. Ora due studi legali lavorano al nuovo appello, questa volta al Consiglio di Stato. “Quei soldi sono già stati spesi – dice – e ora ci sono due studi legali che stanno lavorando per capire come procedere. Il nostro lavoro è stato sempre fatto nell’interesse del Carnevale e della città”.
Dal 4 aprile 2025, data di pubblicazione del nuovo bando del Ministero della Cultura, la clausola penale è scomparsa. Restano criteri strutturali: almeno 25 edizioni documentabili del Carnevale, cinque anni di attività continuativa, partecipazione di un ente locale nel soggetto proponente e cofinanziamento minimo del 25%. “Nel 2025 possiamo partecipare con le stesse persone – afferma Corradi –. Non è cambiato il comitato, è cambiato il bando. E questo dimostra che la preclusione precedente era insostenibile”. Il segnale politico-amministrativo è evidente: si privilegia la solidità organizzativa e il radicamento territoriale rispetto ai profili personali dei rappresentanti, almeno finché non intervengano condanne definitive. Un punto destinato a fare giurisprudenza nell’ecosistema dei grandi eventi popolari.
Sul fondo resta un nodo economico pesante. Il vuoto lasciato dalla revoca dei contributi statali è “troppo ampio per poter essere compensato localmente”. Negli ultimi quattro anni, il Bacanal del Gnoco è passato “dall’essere un evento cittadino a uno dei più grandi carnevali d’Italia”, anche grazie alla presenza di volti dello spettacolo come Max Laudadio, Jerry Calà e Valeria Marini. “Il Carnevale di Verona è cresciuto tanto, forse anche troppo per qualcuno”, osserva Corradi, lasciando intendere che le difficoltà non siano solamente burocratiche. Quando un’associazione cresce, “crescono anche le responsabilità”. Da qui la richiesta di stabilità e programmazione, ma anche l’appello identitario: “Chiediamo solo di non dimenticare le nostre tradizioni”.
Il comitato torna in campo con un ricorso al Consiglio di Stato per ribaltare la revoca dei fondi 2023-2024 e, in parallelo, si prepara a partecipare al bando 2025 con i nuovi requisiti. Sul tavolo c’è il destino di un pezzo importante della tradizione veronese e, più in generale, la definizione di un equilibrio tra rigore amministrativo e sostegno ai grandi eventi popolari. La partita, per il Bacanal del Gnoco, è tutt’altro che chiusa.
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