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Elezioni Regionali

Villanova annuncia la candidatura di Zaia con la Lega

Il capogruppo della Lega in consiglio regionale esulta e parla di partito compatto

Zaia guida la classifica dei governatori più amati: podio tutto leghista, incognita successione in Veneto

Una candidatura che vale più di un simbolo. Luca Zaia, governatore uscente, ha sciolto le riserve: accetterà l’invito di Matteo Salvini e del segretario Alberto Stefani, correndo alle prossime elezioni regionali nelle liste della Lega. Nelle ipotesi in campo potrebbe guidare la lista come capolista e il suo nome dovrebbe comparire accanto al simbolo del Carroccio sulla scheda. Una scelta che, nelle intenzioni dei vertici leghisti, parla al partito e agli alleati: unità, forza, concentrazione sull’obiettivo.

La discesa in campo di Zaia, indicato dai suoi come “il Presidente di Regione più amato d’Italia”, arriva dopo settimane segnate da polemiche estive e indiscrezioni su un suo possibile passo di lato. L’opzione opposta — candidatura in lista, ruolo da traino e nome sulla scheda — imprime una direzione netta alla campagna: presidio del brand, riconoscibilità del leader, messaggio di compattezza. Se confermata, la scelta del capolista trasformerebbe l’operazione in un moltiplicatore di consenso e di voti di preferenza.

A certificare il cambio di passo è il consigliere regionale leghista Alberto Villanova, tra i primi a commentare, ha dichiarato come Zaia, da militante della Lega, abbia dato la disponibilità per fare da capolista alle prossime regionali. Parole che suonano come un avviso agli avversari — e, tra le righe, anche a chi nella coalizione aveva ventilato scenari differenti: Villanova attribuisce il risultato al lavoro del segretario Alberto Stefani. L’eventuale presenza del nome di Zaia accanto al simbolo della Lega sulla scheda elettorale avrebbe un effetto immediato: accorciare la distanza tra leader e lista, canalizzando il consenso personale sul partito. L’ipotesi del capolista, inoltre, rafforza la catena di comando nella campagna e offre un riferimento chiaro agli elettori. Per i leghisti è un messaggio di chiusura delle fratture interne; per gli alleati, un invito a ricalibrare i pesi nella coalizione. 

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