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Arquà Polesine

Al Gavetin il premio Sichirollo

Con “Super Ginger” è calato il sipario sulla rassegna in castello di Proposta Teatro Collettivo

Al Gavetin il premio Sichirollo

È giunta al termine, celebrata da un grande evento, la rassegna “Teatro in castello”, organizzata dalla compagnia Proposta Teatro Collettivo di Arquà. Il numeroso pubblico presente nella sala parrocchiale del paese ha infatti potuto assistere a un’opera eccezionale, tra clownerie e teatro, produzione Stivalaccio Teatro, di e con Anna De Franceschi.

E il premio Ruggero Sichirollo – attribuito dal pubblico – è andato alla compagnia El Gavetin di Negrar per lo spettacolo “El cavalier de la trista figura”, trasposizione teatrale delle grandi avventure del Don Chisciotte.

Pur non potendo vivere – causa maltempo – la meravigliosa cornice del castello estense di Arquà, grazie anche alla longeva collaborazione con l’amministrazione comunale del paese, la produzione presentata è stata dirompente, spiazzante, ribelle. Come ribelle si è mostrata essere la protagonista, Anna De Franceschi, attrice parte attiva della compagnia professionale Stivalaccio Teatro di Vicenza, nota per gli incantevoli lavori tra comicità e grande maestria nell’uso della maschera. Questa volta, “Super Ginger”, lo spettacolo presentato, oltre a far ridere tutto il pubblico dal primo all’ultimo istante, ha consegnato un messaggio profondo sulla consapevolezza del proprio corpo, in particolare per l’universo femminile. La libertà di essere, anche nelle proprie imperfezioni e nei momenti critici, è il messaggio fondante. E la risata esorcizza tutto, anche le delusioni più grandi.

È stato davvero un grande momento di teatro, in cui il pubblico della rassegna ha potuto assistere a qualcosa di nuovo, in cui non sono le parole a farla da padrone, bensì il movimento, l’arte mimica, in una produzione “punk-clown”, assolutamente da vedere.

A conclusione dello spettacolo, come preannunciato, è stato poi assegnato il premio di gradimento del pubblico intitolato a Ruggero Sichirollo, amico e attore della compagnia, prematuramente scomparso, ma che grazie a questa rassegna continua a vivere sempre, nei ricordi di tutti, attori e spettatori.

Sabato dopo sabato, il pubblico presente ha potuto dare la propria valutazione agli spettacoli in concorso. Ad aggiudicarsi il premio, la compagnia El Gavetin di Negrar di Verona per lo spettacolo “El cavalier de la trista figura”, di e con Franco Antolini, presente per ritirare il premio, per la regia di Sabrina Carletti. Un’opera che aveva appassionato gli spettatori: un racconto poetico, che incontra la comicità e che espone, in modi e mondi nuovi, la nota storia del Don Chisciotte e del suo inseparabile compagno Sancho Panza. Una produzione che unisce una recitazione genuina e spontanea a lavori scenografici d’impatto, nell’uso di un semplice schermo bianco che dà modo di creare più ambienti, così come il canto, egregiamente interpretato dalle artiste presenti in scena.

Franco Antolini, a nome della compagnia, ha così voluto ringraziare per il premio: “Ringrazio Proposta Teatro Collettivo per la sempre proficua collaborazione e, ovviamente, ringrazio per questo graditissimo premio che arriva, insieme ad altri, a darci la prova del tanto lavoro messo in campo per questa produzione. In un momento storico incerto, il teatro è la chiave per capire il presente. Andiamo a teatro e facciamo teatro, poiché ce n’è davvero bisogno”.

“Siamo soddisfatti – ha tirato le somme della rassegna Giorgio Libanore, direttore artistico – dei risultati ottenuti. Il tempo incerto non ci ha mai fermati, sabato dopo sabato. È un grande lavoro, quello messo in campo, soprattutto quest’anno con ben sette appuntamenti in rassegna. Ringrazio di cuore quanti ogni fine settimana erano presenti per organizzare logisticamente gli spazi e per fare servizio di sala. Senza i volontari che hanno portato il proprio aiuto, supportando gli eventi, le serate non sarebbero state possibili. Per noi si affaccia questo traguardo importante, dei cinquant’anni. Li festeggeremo, anche richiamando quanti hanno fatto la storia della compagnia perché ognuno ha portato un pezzo di sé in questo percorso, appunto, collettivo”.

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