VOCE
GERMANIA
25.08.2025 - 19:02
Negli ultimi trent’anni il consumo di birra in Germania è diminuito del 35%. Il confronto storico è eloquente: nel 2000 un tedesco beveva in media circa 126 litri l’anno; venticinque anni dopo la media scende a 88 litri, oltre il 30% in meno. La spinta arriva soprattutto dalla Generazione Z (nati tra il 1997 e il 2012), più attenta a salute e sostenibilità: la birra, da rito quotidiano, diventa concessione occasionale. Sulle quantità pesano anche minori disponibilità di spesa e rincari generalizzati.
La frenata dei consumi si riflette in fabbrica: nei primi mesi del 2025 la produzione tedesca ha segnato un -6,3%. Il segnale più duro è la chiusura, dopo 172 anni, del birrificio Lang-Bräu nel nord della Baviera: un’icona locale che abbassa la serranda, emblema di un settore sotto pressione. Tra il 2023 e il 2024 hanno chiuso 52 birrifici, su un totale di circa 1.500.
Un’analisi di Roland Berger quantifica la morsa: i costi di produzione aumentano fino al 6% ogni anno. Molte aziende non riescono a trasferire i rincari ai listini con la stessa velocità, vedendo i margini erodersi stagione dopo stagione. Energia, materie prime e logistica restano i fronti più sensibili per i produttori, specie quelli di dimensioni ridotte. Per intercettare i nuovi stili di vita, diversi marchi hanno diversificato introducendo birre analcoliche o a basso tenore alcolico. Il canale cresce, ma resta marginale e soprattutto richiede investimenti in nuove linee produttive alla portata dei gruppi più grandi. Oggi non rappresenta una via d’uscita generalizzata per l’intero comparto.
Dati Eurostat alla mano, nel 2024 l’Unione europea ha prodotto 34,7 miliardi di litri: 32,7 miliardi con oltre lo 0,5% di alcol e 2 miliardi tra birre analcoliche e low-alcohol. La Germania mantiene la leadership con oltre il 22% del totale Ue. Malgrado le novità, più del 90% della produzione europea resta ancora di tipo tradizionale. In Italia, Assobirra (Annual Report 2024, presentato a maggio 2025) fotografa una frenata ma senza scossoni. Nel 2024 la produzione si ferma a 17,2 milioni di ettolitri, -1,15% rispetto al 2023. I consumi scendono da 21,8 a 21,5 milioni di ettolitri (-1,38%). Più marcata la contrazione di export (-8,3%) e import (-5%). La fascia NoLo cresce del 13,4% sul 2023, ma vale appena il 2,11% del mercato. Intanto riparte la socialità: il consumo fuori casa sale al 38,5%, proseguendo il trend positivo post-pandemia e avvicinandosi ai livelli del 2016.
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