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Fiori per dire no al caporalato

“Occorre fermare lo sfruttamento del lavoro, servono leggi e misure, anche per territori agricoli”

“Occorre fermare lo sfruttamento del lavoro, servono leggi e misure, anche per territori agricoli”

“Pensavo di trovare in Italia uno spazio di vita”, diceva, ignaro della fine, Jerry Essan Masslo, assassinato 36 anni fa, sullo sfondo di una raccolta di pomodori disumana, nei campi del casertano. Questa mattina (25 agosto), Cgil e Flai Rovigo (Federazione lavoratori agro industria) insieme ai rappresentanti di Arci e Anpi, lo hanno ricordato, nell’unica piazza italiana a lui dedicata. Commosso, infatti, l’omaggio di due mazzi di fiori allo spiazzo - nel quartiere Commenda - che, dal 2021, porta il suo nome. Sentito il gesto di ricordo perenne della carneficina consumata la notte del 24 agosto 1989, in una rapina che mirava a togliere tutto quello che ormai non si poteva più rubare a una vita di stenti piegata del caporalato.

“Oltre a ricordarne l’assassinio, abbiamo deciso di porre i mazzi di fiori per dare un segnale: dobbiamo ricordarci che siamo ancora in presenza di fenomeni di sfruttamento - ha esortato Pieralberto Colombo, segretario Cgil Rovigo - è razzismo vero e proprio che penalizza questi lavoratori che vengono in Italia in cerca di una sorte migliore, di queste persone che contribuiscono, comunque attraverso il loro lavoro, ad una arricchimento della nostra comunità”.

Già, perché se la morte del rifugiato che commosse l'Italia innescò una reazione a catena mediatica, tanto da smuovere la primissima grande manifestazione antirazzista nell’ottobre ’89, la vera presa di coscienza della nazione fu quello di concretizzare i primi provvedimenti legislativi nei confronti degli immigrati. Misure: “Che non bastano se fini a sé stesse. È l’approccio culturale che deve cambiare, ogni giorno” ha continuato Colombo.

“Ci lascia in eredità un insegnamento importante: le persone hanno diritto di migrare, di trovare una vita migliore in altri paesi e quest’ultimi hanno il diritto e dovere di accogliere. Non sono numeri, ma persone con delle storie, con dei sentimenti, con dei diritti che valgono in maniera universale” ha aggiunto Giosuè Mattei, segretario generale Flai Cgil Veneto. Se infatti la legge Martelli pose fine alla clausola geografica che, a suo tempo a Roma-Fiumicino aveva impedito di riconoscere a Masslo lo stato di rifugiato, molto rimane ancora il da farsi, visti non solo i numeri dello sfruttamento, specie nei territori a vocazione agricola, ma anche i numerosi episodi che, di sangue, hanno ancora macchiato le campagne, come il caso Satman Singh, morto senza soccorsi a Latina nel giungo 2024: “Come organizzazione sindacale stiamo chiedendo la cancellazione della cosiddetta legge Bossi-Fini (legge 30 luglio 2002), oggi è causa di sfruttamento lavorativo e noi vogliamo dare voce agli invisibili nelle campagne di raccolta che, anche in questo momento, sono vittime del caporalato” ha concluso Mattei.

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Commenti all'articolo

  • frank1

    26 Agosto 2025 - 11:04

    vorrei sommensamente ricordare all'arci & anpi che le regole e leggi esistono gia' da anni...basterebbe che magari i sindacati anzichè parlare ad un pubblico vuoto, si interessino alla questione in maniera attiva.

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