VOCE
Il contenzioso
26.08.2025 - 17:02
Il rigassificatore di Porto Tolle
Per la prima volta l’amministrazione comunale di Porto Tolle ha deciso di costituirsi in giudizio sul caso del rigassificatore Adriatic Lng. La delibera approvata nei giorni scorsi dalla giunta comunale segna un passo nuovo nella lunga contesa con Porto Viro sul gettito dell’imposta immobiliare sulle piattaforme marine (Impi), entrata che dal 2020 alimenta i bilanci dei Comuni del Delta.
“Non è una scelta politica, ma un atto dovuto - spiega il sindaco di Porto Tolle Roberto Pizzoli - se un'entrata è iscritta a bilancio, abbiamo il dovere di difenderla. Non contro un altro Comune, ma a tutela della nostra comunità”. Il confine invisibile tracciato sul mare davanti a Boccasette sta dividendo da anni i due Comuni. Non si tratta di una questione simbolica, ma di soldi concreti: fino al 2022 le entrate dell’Impi relative al rigassificatore finivano a Porto Viro. Poi un decreto ministeriale ha spostato l’ago della bilancia, assegnando il terminal alle acque territoriali di Porto Tolle. Da quel momento, circa 40mila euro l’anno, più 120mila di arretrati, hanno cambiato destinazione.
Una cifra modesta per i conti dello Stato, ma significativa per un Comune del Delta. Di fronte al ricorso di Porto Viro, bocciato dal Tar del Lazio nell’autunno 2024 ma rilanciato al Consiglio di stato, Porto Tolle si affida ora allo studio legale Mazzarolli di Padova, con un incarico da circa 13mila euro coperto dal fondo di riserva. La prossima tappa della vicenda è fissata a dicembre, quando i giudici del consiglio di Stato torneranno a discutere il caso dopo una verifica tecnica affidata alla Capitaneria di Porto.
Nel frattempo, Porto Tolle continuerà a incassare l’Impi legato al rigassificatore, in attesa che la giustizia amministrativa ponga fine a una contesa che, al di là delle carte e delle sentenze, ruota tutta attorno a un impianto visibile a occhio nudo dal litorale di Boccasette.
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