VOCE
canda
26.08.2025 - 06:30
Ladri in azione al Ceod Arcobaleno
Ladri di nuovo in azione al Ceod “Arcobaleno” che hanno rubato i soldi dei ragazzi disabili. Amarezza, sconcerto e una profonda ingiustizia. E’ questo il sentimento che si respira tra le mura del Ceod “Arcobaleno” di Canda, il centro diurno per disabili accreditato dalla Regione Veneto, dopo l’ennesima incursione notturna ai danni della struttura socio-sanitaria.
Ieri, alla riapertura delle attività dopo la consueta pausa estiva, il personale ha scoperto l’effrazione: ignoti si sono introdotti nella struttura forzando la porta antipanico posta sul retro, una zona buia e poco visibile. Una volta all’interno i malviventi hanno rovistato e sottratto i pochi spiccioli lasciati dalle famiglie per le piccole spese quotidiane dei ragazzi: un gelato, una brioche, un momento di normalità e condivisione. E’ la seconda volta in tre mesi che si verifica un episodio simile. Ma stavolta i malviventi si sono spinti oltre, forzando anche la porta che conduce al piano superiore, dove hanno sede alcune associazioni locali. Anche in questo caso è stato rubato un piccolo fondo in contanti. Il fatto è stato subito segnalato al sindaco di Canda, Simone Ghirelli, che si è recato sul posto per un sopralluogo insieme al tecnico comunale e ai carabinieri della stazione di Castelguglielmo, competenti per territorio.
È stata sporta denuncia. “Alla luce di questo nuovo fatto - ha dichiarato il sindaco - valuteremo quanto prima quale strada intraprendere per garantire maggiore sicurezza all’edificio. Stiamo considerando l’installazione di un sistema di videosorveglianza o un allarme agli ingressi. E’ una scelta necessaria, soprattutto in vista dei prossimi lavori che interesseranno il piano superiore dove sorgerà anche un centro anziani, grazie a fondi del Gal”.
Non sono stati compiuti atti vandalici né rubate attrezzature o computer. Un dettaglio che fa pensare a un gesto dettato da bisogno economico, ma che non per questo può trovare alcuna giustificazione. Il Ceod “Arcobaleno” è molto più di una struttura: è un punto di riferimento umano e sociale per tante famiglie, un luogo di accoglienza, dignità e crescita per persone con disabilità. Colpirlo significa colpire i più fragili, togliere a chi ha già meno, mancare di rispetto a chi ogni giorno affronta le sfide della vita con coraggio e dignità. “E’ questo l’aspetto che più fa male - ha aggiunto il primo cittadino - Chi ha agito non si è fermato davanti a nulla, neppure davanti al valore che questo centro rappresenta per l’intera comunità”. Un gesto vile, che impone una riflessione profonda sul valore del rispetto, della solidarietà e della responsabilità collettiva.
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