VOCE
LIDO DI VENEZIA
28.08.2025 - 18:10
Un mare di applausi e qualche lacrima agli Alberoni, al Lido di Venezia: Elena, circa cinque anni, e la piccolissima Serenity, appena uno, due tartarughe caretta caretta curate all’Istituto Francesco Morosini, hanno ripreso il largo questa mattina a bordo di una barca della Protezione civile. Un ritorno “a casa” che racconta una rete locale efficiente, un progetto europeo in azione e un caso scientifico raro che sta accendendo i riflettori sull’Adriatico.
LE PROTAGONISTE E LA RETE CHE LE HA SALVATE
Le due tartarughe sono state assistite dal Centro di primo soccorso per tartarughe marine dell’Istituto Francesco Morosini del Lido, grazie all’accordo tra l’Area Sviluppo, promozione della Città e Tutela delle tradizioni e del verde pubblico del Comune di Venezia e i Musei Civici. Il Comune coordina il progetto europeo NetCet – rete per la tutela dei cetacei e delle tartarughe marine nell’Adriatico – con il supporto tecnico del Museo di Storia Naturale Giancarlo Ligabue, finanziato dal programma di cooperazione Transfrontaliera Ipa Adriatico.
DAL RECUPERO ALLE CURE
Elena era stata rinvenuta lo scorso 31 luglio a Sant’Erasmo da una coppia: non riusciva a immergersi. Trasportata al centro dalla Polizia metropolitana, è stata reidratata, sottoposta a esami del sangue e radiografie, ripulita dai balani e mantenuta in acqua dolce per favorire il recupero. Serenity, che deve il nome alla barca che l’ha tratta in salvo, faticava a deglutire: è stata monitorata e svezzata gradualmente, fino a recuperare le energie necessarie per affrontare il mare aperto.
UN CASO ECCEZIONALE NELL’ADRIATICO
Secondo le cronache scientifiche del Museo di Storia Naturale Giancarlo Ligabue, esemplari così piccoli come Serenity sono rarissimi nei centri di recupero. Le abitudini dei baby non sono ben note, nemmeno nel frequentato Adriatico, almeno fino al raggiungimento di tre centimetri di lunghezza. Quest’anno sei tartarughe di circa un anno sono approdate al Lido: tutte trasferite al centro di Riccione, tranne Serenity. Da questi avvistamenti, che hanno interessato tutta la costa adriatica, è stato avviato uno studio per comprendere meglio movimenti e vulnerabilità dei giovani esemplari.
IL RILASCIO AGLI ALBERONI E LA VOCE DELLE ISTITUZIONI
Il rilascio in mare aperto è avvenuto nei giorni scorsi da una barca della Protezione civile del Comune di Venezia, alla presenza di chi agli Alberoni ha voluto accompagnare con emozione le due tartarughe verso il largo. L’assessore all’Ambiente, Massimiliano De Martin, ha ringraziato il personale del Museo di Storia Naturale, il Centro di primo soccorso NetCet, il Centro Morosini e i Servizi comunali per il lavoro svolto e ha ribadito la finalità condivisa: “L’obiettivo comune è quello di contribuire alla salvaguardia di specie sensibili come le tartarughe marine, aiutando e sostenendo gli animali malati o feriti per poi rimetterli in libertà, come avvenuto questa mattina al Lido di Venezia”.
UNA CONVALESCENZA IN CORSO E LA RESPONSABILITÀ DI TUTTI
Al Centro Morosini resta in convalescenza Giordana, arrivata poche settimane fa in condizioni di debilitazione e con difficoltà respiratorie: i miglioramenti sono netti, ma richiederanno ancora tempo e monitoraggio. È la fotografia di un sistema che funziona se ogni passaggio – dal recupero in acqua all’assistenza clinica, dal coordinamento scientifico alla sensibilizzazione del pubblico – si tiene insieme. Le storie di Elena e Serenity ricordano quanto la tutela della fauna marina sia affidata a una collaborazione diffusa e a gesti precisi: segnalare gli avvistamenti, non disturbare gli animali in difficoltà, sostenere i centri che, silenziosamente, rimettono in mare la vita.
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