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La questura saluta quattro colonne

La festa il pensionamento di Bruno Zito, Monica Pirrotta, Luca Roccato e Renato Sassi

Sorrisi, abbracci, pacche sulla schiena e lacrime di commozione. Perché non si salutano facilmente quasi 160 anni di lavoro con la divisa della polizia. E tanti sono gli anni messi insieme dal primo dirigente Bruno Zito, dal sostituto commissario Monica Pirrotta, dal sovrintendente capo Renato Sassi e dal vice sovrintendente Luca Roccato che, come ha detto venerdì il questore Eugenio Vomiero “ora vanno in ferie a tempo indeterminato”. Quattro pensionamenti salutati con una cerimonia che lo stesso questore ha voluto aperta: “Voglio che la gente sappia chi noi siamo, chi sono gli uomini e le donne della polizia di Rovigo e capisca che siamo una vera famiglia”.

E come in ogni “festa in famiglia” non sono mancate battute e sorprese. Come quella dei video dedicati a ciascuno dei quattro pensionandi, prima delle consegna della medaglia di commiato alla presenza di “ospiti esterni”. E così fra foto di altri tempi di giovani poliziotti e scorci della vecchia questura, si sono ripercorsi gli anni in divisa dei quattro protagonisti. Sassi, arruolato nel 1984, che dopo in servizio nella celere e nella Polfer a Padova e nelle volanti a Padova è arrivato a Rovigo nel 1990 e dopo sette anni di sala operativa, dal 1997 è stato centralinista e poi capo posto in Prefettura. Per questo, a salutarlo erano presenti la viceprefetto vicario Valeria Gaspari ed il capo di gabinetto Fabrizio Cesarino. L’abbraccio dei suoi familiari insieme “ai colleghi che sono diventati amici fraterni” per Roccato, arrivato in polizia dall’esercito, e passato dalla Digos di Sondrio, poi dal 1992 al commissariato di Porto Tolle, dalle volanti di Rovigo fino al 1999 quando è approdato all’ufficio immigrazione. E all’ufficio immigrazione dal 1997 ha lavorato anche Pirrotta, prima alle volanti a Milano e alla Mobile di Rovigo, che ha scelto di continuare a prestare la sua opera come volontaria. Per lei, oltre al saluto dei rappresentanti di Caritas e Porto Alegre, anche la firma sull’accordo di collaborazione, “così continuerà a essere preziosa interlocutrice delle associazioni e a formare i colleghi, con la sua preziosa esperienza di donna in polizia, dal 1986, una delle prime”.

Per Zito, l’abbraccio di Carlo Ferretti attuale questore vicario di Venezia, con il quale ha condiviso percorsi professionali e di formazione. “Per me Bruno ha sempre rappresentato l’esempio del buon poliziotto, in grado di andare al cuore delle questioni, alla sostanza, senza fronzoli, con il suo accento romano”. Una carriera importante quella di Zito, in polizia dal 1985 e poi dopo un passaggio alla Questura di Venezia ed al comparto della Stradale del Veneto, dal 1999 a Rovigo, prima come comandante provinciale della Stradale, poi dal 2010 al 2018 comandante della Mobile, prima di approdare alla Divisione anticrimine. Lui ha ringraziato tutti e, con gli occhi lucidi, ha detto: “Rifarei tutto da capo. Grazie a tutte le persone con le quali ho avuto l’onore e il piacere di lavorare, credo e spero di aver fatto qualcosa di buono per la città”.
Tornando ai tempi “eroici” della “sua” Mobile, tante le operazioni degne di nota, con quella antidroga “Taraqua” che lui definisce “la più importante”. In effetti, con la gigantesca operazione finirono in carcere 53 persone, un’intera organizzazione di nordafricani dedita al traffico di quintali cocaina ed hashish, sgominata grazie anche ai due sequestri ai porti di Genova e Livorno, il 9 ed il 21 febbraio 2015, di due macchine sbarcate dai traghetti provenienti da Tangeri, imbottite con 48 e 25 chili di hashish. Ma fra le tante brillanti operazioni della Mobile guidata da Zito, spiccano anche l’indagine sui maltrattamenti agli Istituti Polesani, l’immediato arresto a Roma dei tre albanesi responsabili della violenta rapina in villa a Tassina, l’altrettanto rapida risposta alla rapina alla banca popolare di Verona di Corso del Popolo del 2015, con i responsabili inseguiti fino a Reggio Calabria e arrestati prima che si imbarcassero per la Sicilia con le valigie piene di soldi. E poi, ancora l’indagine sui maltrattamenti all’asilo, l’operazione “motori marini” sui furti di fuoribordo, l’operazione “Felix cargo” sui tir carichi di merci di ogni tipo che venivano fatti sparire per poi rivendere la merce, l’altra operazione antidroga dell 2013, “Cohiba”, con 34 persone indagate di cui 15 minori.

“Abbiamo vissuto momenti di grande intensità ed emozione - ha commentato il sindaco di Rovigo Valeria Cittadin al termine della cerimonia - Abbiamo colto davvero l’impegno la passione, ma anche la dedizione e il rispetto e l’affetto reciproco: grazie per il servizio reso alla nostra città”.

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