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ISTRUZIONE

Rivoluzione a scuola, via i cellulari

De Amicis e Paleocapa a caccia degli armadietti per il deposito. I Levi: “Lasciateli a casa”

Rivoluzione a scuola, via i cellulari

“L’estate sta finendo”, e forse anche l’era dei cellulari a scuola: nuove norme quelle che arrivano dal ministero dell’istruzione, provvedimenti che in questi giorni sono al vaglio nei consigli didattici delle scuole polesane. Dal voto in condotta, clausola diventata fomentale per la promozione, fino agli smartphone nei locali scolastici, il diktat del ministro Valditara è chiaro: “Tale intervento - scrive nella circolare promulgata il 16 giugno scorso - appare ormai improcrastinabile alla luce degli effetti negativi che un uso eccessivo o non corretto dello smartphone può produrre sulla salute e il benessere degli adolescenti e sulle loro prestazioni scolastiche”.

Bando ai telefoni, dunque, che si estende da settembre agli istituti secondari di secondo grado, allineandosi di fatto a elementari e medie che già lo scorso anno ne vietavano l’uso. Nessuna indicazione però sull’applicazione della circolare, il rispetto delle regole viene rimesso all’autonomia scolastica e non prescrive il divieto di avere fisicamente il dispositivo a scuola. Decisione quindi, anzi, organizzazione agli istituti. Tra chi ha già pensato a mobili contenitori con lucchetti all’ingresso delle classi, e chi invece opta per le sanzioni in caso di utilizzo, ormai è chiaro che da settembre la musica cambierà.

“La circolare non ci è giunta nuova - spiega il dirigente scolastico dell’istituto De Amicis di Rovigo, Fabio Cusin - avevamo già deciso, sostenuti da questa nota ministeriale, di limitarne l’uso durante l’orario scolastico. In merito alla circolare, abbiamo già comprato un armadietto portacellulari per ciascuna classe e laboratorio. Se i ragazzi vorranno portarsi il loro smartphone a scuola, dovranno metterlo al mattino in questo armadietto (che verrà sigillato) e lo potranno riprendere al termine delle lezioni. In questo momento li stiamo installando, sono una settantina”.

Alcuni interrogativi tuttavia rimangono, specie per quegli indirizzi di studio nei quali il cellulare è utile per lo svolgimento delle attività laboratoriali: “La nota dice che potranno essere usati per le attività didattiche tablet e pc. Nel nostro istituto non abbiamo un numero tale da consentirne l’utilizzo a tutti, perciò quei docenti che vorranno far usare il cellulare in sostituzione di questi potranno richiederlo finché non saremo in grado di dotarci degli altri strumenti informatici” continua il preside. Si attiene invece alle decisioni del collegio docenti, che si riunirà il primo settembre, il liceo scientifico Paleocapa: “Ovviamente abbiamo recepito le nuove norme del ministero, in collegio andremo a definire le modalità di applicazione, probabilmente predisporremo degli armadi per accogliere i cellulari degli studenti, appositamente strutturati” fa sapere la dirigente Cristina Gazzieri.

Spostandosi in provincia, l’istituto Primo Levi di Badia Polesine, che riunisce il liceo Balzan e l’istituto tecnico Einaudi, prende un altro versante, commenta il preside Amos Golinelli: “Dobbiamo ancora prendere una decisione definitiva ma penso che non faremo depositare i cellulari, inviteremo le famiglie a richiamare i ragazzi nel non portarli a scuola. Quindi nessun sequestro ma ribadiamo ovviamente il divieto nell’uso. In caso di utilizzo, si procederà con l’applicazione immediata delle sanzioni disciplinari, tramite regolamento di istituto. Stiamo optando verso questa scelta anche perché nell’istituto abbiamo indirizzi e laboratori elettronici-informatici per i quali è consentito, in opportune attività didattiche, l’uso dello smartphone”.

Attenzione educativa ma anche occhio al portafogli scolastico da parte della dirigente, Lorenza Fogagnolo, dell’istituto Cipriani-Colombo di Adria: “Non abbiamo ancora deciso definitivamente a livello di consiglio. Già negli scorsi anni, tuttavia, grazie ai fondi Pnrr, avevamo acquistato in due dei nostri tre plessi, degli armadietti porta cellulari con chiusura elettronica. È partita come sperimentazione ma funzionavano bene. Per l’altro stabile che rimane fuori, dobbiamo cercare di capire come fare perché un eventuale acquisto di armadietti diventerebbe troppo oneroso in termini di spese, dovremmo decidere. Tuttavia faremo tutto il possibile per applicare le varie misure specialmente con un’azione educativa: i ragazzi infatti, anche attraverso l’esempio degli insegnanti, devono “disintossicarsi” da certi comportamenti dannosi non solo per loro ma anche per gli altri”.

Che ne sanno i Duemila, verrebbe da ricantare, dello sviluppo vertiginoso del fenomeno cellulari nel mondo scolastico. A confermarlo aiutano anche i deludentissimi risultati delle prove Invalsi nazionali: è in aumento infatti la quota di studenti delle superiori con scarse competenze in matematica e italiano fanno sapere gli uffici di viale Trastevere. “Abbiamo visto che nonostante i regolamenti riguardanti l’uso già in atto negli scorsi anni - conclude Cusin - i ragazzi fanno molta fatica a rispettarli. Lo smartphone è ormai inseparabile”. In attesa di modalità più certe dal ministero, senz’altro il risveglio settembrino sarà più brusco per gli studenti e la campanella, stavolta, non sarà digitale.

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Commenti all'articolo

  • frank1

    29 Agosto 2025 - 08:15

    ve li immaginati i genitori al tentativo di "sequestro" dei cellulari dei figli?? invocheranno la privacy...faranno ricorso alla ue...ma alla fine i ragazzi avranno i loro amati telefonino..altrimenti,come farann oa mettere le prodezze su tik tok??

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