VOCE
Adria
01.09.2025 - 18:05
A pochi giorni dalla prima campanella, scoppia la polemica attorno alla scuola media Buzzolla di Adria. La notizia della revoca dello sdoppiamento delle classi seconde ha lasciato l’amaro in bocca a famiglie e studenti, che si dicono “spiazzati e traditi” da una decisione improvvisa e di grande impatto.
“E’ un brutto scherzo a ridosso dell’inizio dell’anno scolastico - commentano i rappresentanti dei genitori - così non ci resta nemmeno il tempo di intervenire attraverso i canali istituzionali. Sembra quasi una strategia: annunciare tutto all’ultimo per impedire alle famiglie di far valere i propri diritti”.
Il provvedimento stabilisce, infatti, che le due classi, mantenute separate fino all’anno scorso, vengano accorpate in un’unica sezione di 23 alunni.
“Si rischia di creare una vera e propria classe pollaio - spiegano i genitori - A pagarne le conseguenze saranno soprattutto i ragazzi più fragili, quelli che hanno bisogno di un supporto maggiore e personalizzato”.
La critica si allarga anche alla gestione complessiva della scuola: “Non si può trattare la scuola come fosse un’azienda. Prima si attirano iscrizioni con la promessa di classi equilibrate e attente alle esigenze degli studenti, poi si cambiano le carte in tavola. E’ un modo di fare che penalizza i nostri figli e mina la fiducia delle famiglie verso l’istituzione scolastica”.
C’è chi ricorda come non sia la prima volta che succede: “E’ un déjà-vu. Quando i nostri figli frequentavano la primaria abbiamo vissuto la stessa situazione. Decisioni prese all’improvviso, senza confronto con le famiglie, che hanno complicato il percorso educativo dei bambini. E’ davvero scoraggiante dover rivivere ancora una volta questo copione”.
Le preoccupazioni, però, non riguardano solo la qualità della didattica in senso stretto. Il nodo, infatti, tocca anche il Conservatorio Buzzolla, un’eccellenza del territorio da sempre legata alla scuola media: “I ragazzi che frequentano il Conservatorio - spiegano i genitori - hanno un carico di studio innegabilmente maggiore rispetto ai coetanei. Proprio per questo la scuola aveva garantito classi ridotte e una logistica adatta a conciliare le lezioni scolastiche con i corsi pomeridiani di musica. Perché ora mettere tutto in discussione? Non ha senso rischiare di danneggiare un fiore all’occhiello della città come il Conservatorio. Ogni anno modifiche allo statuto, cambi di rotta improvvisi. Così si crea solo incertezza e si mina la credibilità dell’istituto. Chiediamo stabilità e rispetto degli impegni presi al momento dell’iscrizione”.
Il timore è che questa scelta, se confermata, possa ridurre l’attrattiva della scuola adriese anche per gli studenti provenienti dai paesi vicini: “Fino a ieri le scuole di Adria erano considerate un’eccellenza e attiravano famiglie da fuori comune. Ora, con lo spettro delle classi pollaio, c’è il rischio che queste famiglie guardino altrove. Sarebbe una perdita grave per tutta la comunità”.
Le famiglie confidano ora in un ripensamento dell’Ufficio scolastico provinciale. “Chiediamo che a prevalere siano le ragioni educative e non quelle economiche - dichiarano i rappresentanti - I nostri figli hanno diritto a un percorso scolastico sereno, inclusivo e di qualità. Non si può sacrificare tutto questo sull’altare dei numeri”.
Sulla vicenda interviene anche il sindaco di Adria, Massimo Barbujani: “E’ una questione che non rientra direttamente nelle competenze del Comune - precisa - ma mi attiverò subito per un colloquio urgente con i referenti competenti. Il dirigente scolastico agisce in base all’organico di diritto assegnato, e l’Ufficio scolastico provinciale, valutando i numeri, ha stabilito un’unica classe. Gli insegnanti disponibili sono quindi quelli previsti per una sola sezione”. Il primo cittadino aggiunge: “E’ lecito che i genitori esprimano il loro punto di vista, la dirigente sta seguendo la questione, ma la decisione finale spetta al provveditorato. Come amministrazione ci impegneremo a sensibilizzare ulteriormente l’Ufficio scolastico, portando all’attenzione le preoccupazioni delle famiglie”. Ora non resta che attendere mercoledì, quando il Provveditorato provinciale, pare, si riunirà per esaminare il caso.
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