VOCE
GIUSTIZIA
01.09.2025 - 19:01
Carenza di personale, organico in sofferenza, aumento dei detenuti, e con essi anche dei problemi psichiatrici. Bilancio, seppur non completamente allarmante nemmeno incoraggiante, quello presentato ieri pomeriggio, nella sede di Confindustria Veneto Est, da parte dei rappresentanti della Camera penale Rodigina e delle associazioni “Nessuno tocchi Caino” e “La Casa di Abraham”, al seguito della vista congiunta, nella mattinata, alla casa circondariale del capoluogo.
“Circa 280 sono i detenuti attuali, quando la struttura ha una capacità di 209 posti (contandone addirittura realtà qualcuno di meno perché alcuni sono riservati all’alta sicurezza o alle persone con determinate problematiche) - ha spiegato in apertura Marco Petternella, presidente della Camera penale - non siamo ancora ai limiti previsti per il risarcimento danni dei detenuti, però è chiaro che questi due numeri creano una difficoltà evidente”. Degli attuali detenuti, 122 sono italiani, 160 stranieri, tutti con condanne inferiori ai cinque anni (se superiori vengono indirizzati a Padova), la maggior parte è di nazionalità marocchina, rumena e albanese. 180 hanno già la sentenza di condanna da scontare, cento sono in attesa di giudizio, spiega l’avocato: “Per il 35-40% sono in misura detentiva non definitiva”.
Nella situazione del carcere di Rovigo, quella dell’organico pesa: “Il personale - continua Petternella - necessiterebbe di oltre 300 presenze: in organico ce ne sono 180 e presenti 120. Questo chiaramente si ripercuote sulla qualità del servizio che viene reso prima fra tutto ai detenuti”. Le differenze, a un anno dell’ultima visita al carcere - ha continuato Sergio D’Elia, segretario di “Nessuno tocchi Caino” - “ci sono. Le note incoraggianti riguardano il primo padiglione, già attivato con un’attività produttiva, il secondo attende le certificazioni e i collaudi del caso per essere avviato. Tuttavia, mancano luoghi dediti all’accoglienza e ai momenti per le visite dei famigliari, due educatori su quattro previsti e la polizia penitenziaria, per fronteggiare la carenza di organico, è tenuta a fare mensilmente, 40 ore di straordinari a testa, tanto da essere ormai diventata un’abitudine già programmata nelle turnazioni degli agenti”.
Tra le altre scelte discusse, l’inversione di marcia sull’idea della realizzazione di una grande serra, dedita alla produzione e alle modalità di rieducazione. Al suo posto, tuttavia - è stato appreso nel corso della mattinata - verrà iniziato un ampliamento dei fabbricati, presumibilmente in due blocchi ospitanti rispettivamente 80 posti ciascuno, ha fatto notare Susanna Carlesso, presidente “La Casa di Abraham”. Per poi aggiungere: “Sono anche in aumento i casi di detenuti con problematiche psichiatriche”. Problematiche che secondo Cecilia Tessarin, vicepresidente della Camera penale, “si aggiungono anche a una mancata corretta consegna delle notifiche postali ai detenuti, spesso registrate con ‘destinatario assente’, nonostante i tentativi di dialogo e collaborazione fra il carcere e Poste Italiane”. Presenti al tavolo anche Elisabetta Zamparutti e l’avvocato Giorgia Furlanetto.
Affondo immancabile anche sull’altro versante del carcere, quello minorile. “Nonostante siano notizie ufficiose - dice Petternella - ci risulta che l’apertura dovrebbe avvenire a breve. Non lo so però se sia stata una scelta azzeccata quella di posizionare un carcere in centro città”. E a conclusione, con l’impegno a ripetere la visita, in un’ottica comune conclude il presidente della Camera penale: “La strada è concedere le misure alternative ai soggetti che potenzialmente ne possono fruire (che hanno pene inferiori ai quattro anni). Per farlo, però, occorrono alloggi per la detenzione domiciliare, alloggi che Rovigo non ha, e una vera integrazione. E’ la sfida, sia per i detenuti maggiorenni, che per i minorenni che verranno qui”.
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