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Le ultime ore dell’accoglienza

Domani scade il termine per il rinnovo del Sai

Le ultime ore dell’accoglienza

La chiusura del progetto Sai è sempre più vicina. Nel giro di 24 ore, a meno di risvolti clamorosi, il capoluogo e l’intera provincia diranno definitivamente addio al sistema di accoglienza e integrazione finanziato dal Ministero dell’interno, il cui rinnovo era stato dapprima approvato dalla giunta di palazzo Nodari e poi repentinamente revocato. Non senza polemiche. Domani scade infatti il termine per presentare la richiesta di rinnovo della progettualità, termine che è già stato rinviato in precedenza, dato che la scadenza inizialmente era fissata per il 31 luglio. Questa volta, invece, sembra che non verrà chiesto alcun nuovo rinvio e neppure verrà presentata la richiesta di rinnovo. E così il progetto di cui Rovigo è capofila ma coinvolge anche il Comune di Adria, che esiste in Polesine dal 2001, e che accoglie una trentina di persone (25 a Rovigo e 5 ad Adria) alle quali è stato riconosciuto lo status di rifugiato, è destinato a chiudere i battenti per sempre. Del resto, il sindaco Valeria Cittadin lo ha detto più volte: i rifugiati in questione sono persone che presentano delle fragilità e Rovigo, città in cui sono in vigore due zone rosse, non è in grado di farsene carico. E a nulla è valso il tentativo di abbozzare una trattativa con il Comune di Lendinara ed il sindaco Francesca Zeggio per “spostare” l’epicentro del progetto fuori dal capoluogo: il clamore che questo suscita, soprattutto secondo la percezione dei cittadini poco informati, fa troppa paura. E così addio Sai e addio anche all’1,6 milioni di euro di finanziamento triennale che il Ministero aveva previsto per i 30 rifugiati in Polesine.

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Commenti all'articolo

  • frank1

    04 Settembre 2025 - 08:06

    dove andranno ora a prendersi a bottigliate in testa questi ???

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