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VENETO

Maturità 2025: pochi eccellenti

Bussetti, "dati in linea con Invalsi"

Maturità 2025 in Veneto, il voto medio vince: solo il 6,6% arriva a 100

Una maturità senza clamori e senza cadute, in cui a fare la differenza è la solidità. In Veneto l’Esame di Stato 2024/2025 racconta una fotografia nitida: la larga maggioranza dei ragazzi si colloca nel cuore della griglia, le vette restano un traguardo selettivo, le bocciature quasi azzerate. Numeri che, letti insieme, parlano di un sistema che funziona e di una distribuzione del merito diffusa e coerente sul territorio.


Quasi la metà dei diplomati si è fermata tra 61 e 75 centesimi. Circa un terzo ha raggiunto tra 76 e 90, oltre un decimo si è attestato fra 91 e 99 mentre solo il 6,6% ha ottenuto 100 o 100 e lode. Gli Esami di Stato hanno coinvolto 979 commissioni e 37.616 candidati interni. La ripartizione per province vede Treviso in testa con il 20% degli studenti, seguita da Padova, Verona e Vicenza, ognuna intorno al 19%, quindi Venezia al 15% e, a chiudere, Belluno e Rovigo con il 4%.
La quota di chi non ha superato l’esame tra i candidati interni è ferma allo 0,24%, con scostamenti lievi: a Rovigo la percentuale sotto i 60/100 è leggermente sopra la media, mentre a Treviso è più contenuta. Sul fronte delle eccellenze, Verona registra il 12% nella fascia 91-99 e l’1,57% di lodi; Treviso supera l’1,4% di lodi. Segnali che delineano una “geografia del merito” senza strappi, con punte alte ma distribuite.


I candidati esterni sono stati 253, concentrati soprattutto tra Verona, Padova e Treviso. Anche qui la fascia prevalente è quella intermedia: oltre la metà tra 61 e 75 centesimi e circa un quinto tra 76 e 90. Elemento non secondario di questo esito è stato l’uso del punteggio integrativo, pensato per valorizzare sia il percorso triennale sia la performance d’esame. Fino a cinque punti aggiuntivi sono stati attribuiti ai candidati con almeno 30 punti di credito scolastico e un risultato complessivo nelle prove pari ad almeno 50 punti. Una leva misurata, che premia la continuità e scoraggia le fiammate episodiche. Per il direttore generale dell’Usr, Marco Bussetti, “i buoni risultati confermano ciò che ci ha comunicato l’Invalsi e mostrano una distribuzione positiva in tutte le province. Confermata anche l’attenzione verso le persone con disabilità che hanno concluso positivamente il proprio ciclo di studi”. 

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