VOCE
DOLOMITI
03.09.2025 - 12:20
Un ristorante pieno, una linea che va e viene, quattro Pos che smettono di funzionare proprio nei giorni di punta. Sulla strada per le Dolomiti, a Sedico (Belluno), il titolare dello Stanga ha scelto la via più antica per governare un problema modernissimo: la fiducia. "Vi lascio l’Iban e mi fate un bonifico", ha detto ai clienti rimasti senza alternativa digitale.
Nel pieno di agosto, per due giorni consecutivi e in più occasioni nello stesso mese, i dispositivi per i pagamenti elettronici del ristorante Stanga sono andati in tilt. Non uno, ma quattro Pos, collegati a due diverse linee telefoniche, resi inutilizzabili da una connettività a intermittenza. "In pieno agosto per due giorni consecutivi il bancomat non ha funzionato – ha spiegato il titolare, Luca De Cia – ed è successo più volte nello stesso mese". Un cartello di avviso è stato esposto all’ingresso, ma non tutti i clienti l’hanno notato.
Di fronte al bivio – pretendere contanti o rinunciare a incassare subito – De Cia ha imboccato la strada più rischiosa ma più rispettosa dell’esperienza del cliente: "Di certo non posso far lavare i piatti a chi non ha contanti", ha scherzato. Così ha iniziato a lasciare l’Iban per consentire un bonifico a posteriori. Il 70% circa della clientela è abituato a pagare con carte, smartphone e perfino smartwatch: pochi hanno contanti addosso. "In fiducia lasciamo loro l’Iban per il bonifico sperando nel pagamento futuro. Però credo che in qualche caso abbiamo lavorato gratis", ammette. L’idea – in parte ironica, in parte rassegnata – è arrivare a mettere "un biglietto con l’Iban su ogni tavolo".
Lo Stanga è tra i locali più frequentati dell’area di Sedico, alle porte delle Dolomiti bellunesi. L’impatto del disservizio non si è fermato alla ristorazione: ha coinvolto anche la parte ricettiva. "È capitato più volte che al momento di saldare il conto non avessero contanti", racconta De Cia. Tra gli ospiti, escursionisti da tutto il mondo, inclusi quelli dell’Alta Via numero 1. "Trovo illogico che portino migliaia di euro nello zaino per i soggiorni in rifugio". Un’osservazione che, al netto del paradosso, evidenzia un dato di realtà: nel turismo internazionale la moneta elettronica è ormai attesa come standard minimo.
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