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esteri
03.09.2025 - 16:47
Quanto deve essere pronto un Paese in tempo di pace per affrontare un’eventuale crisi di guerra? In Francia la risposta è già su carta: un sistema sanitario capace di assorbire fino a 15 mila militari feriti, con personale formato ad hoc, flussi logistici dedicati e un coordinamento stretto con Nato e Unione europea. Per il governo di Parigi non è allarmismo, è pianificazione: "misure precauzionali di routine", ha spiegato la ministra della Salute Catherine Vautrin, evocando la lezione della pandemia da Covid-19 e la necessità di “anticipazione strategica”.
Secondo una circolare citata dal settimanale Le Canard enchaîné, il ministero della Salute ha inviato una lettera alle autorità sanitarie regionali chiedendo agli ospedali di prepararsi a un "impegno maggiore" entro marzo 2026. L’obiettivo: essere in grado di trattare da 10.000 a 15.000 militari in un arco temporale compreso tra 10 e 180 giorni. La capacità richiesta è modulare e scalabile, con scenari che includono l’accoglienza di soldati francesi e militari stranieri coinvolti in eventuali conflitti.
Il piano contempla la possibilità di istituire centri medici temporanei in prossimità delle principali infrastrutture di trasporto — stazioni ferroviarie, aeroporti e porti — per stabilizzare i pazienti e gestire gli eventuali trasferimenti, inclusi i reindirizzamenti verso i Paesi d’origine. Una rete di “soglie” assistenziali pensata per decongestionare gli ospedali e garantire continuità di cura anche in caso di afflussi improvvisi e massicci.
Parigi prevede di agire in coordinamento con Nato e Unione europea, integrando la risposta civile con quella militare per garantire interoperabilità, scambio di informazioni e standard condivisi. Il sistema sanitario civile, sottolinea un portavoce del ministero, dovrà integrare i pazienti militari in maniera efficiente.
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