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DAZI

Ue-Mercosur, svolta dopo 25 anni

Bruxelles aggiorna l’intesa col Messico: più export,

Ue-Mercosur, svolta dopo 25 anni: dazi giù, clausole salva-agricoltori e l’apertura sul Messico

L’Europa reagisce al terremoto dei dazi Usa cambiando scacchiera. Dopo un negoziato lungo un quarto di secolo, la Commissione europea annuncia un accordo commerciale con il MercosurBrasile, Argentina, Uruguay e Paraguay — e un’intesa aggiornata con il Messico. Non è solo un patto sui dazi: è una scelta strategica per ridisegnare le catene del valore, diversificare i partner e blindare l’accesso a mercati chiave. "Questo non è solo un accordo commerciale, ma uno strumento strategico che contribuirà a definire il ruolo dell’Europa nell’economia globale per i decenni a venire", ha dichiarato il commissario europeo al Commercio Maros Sefcovic. L’accelerazione arriva dopo l’ondata protezionistica innescata da Donald Trump, che ha rimesso dazi al centro della politica economica globale. Con l’asse Ue-Usa raffreddato dalle nuove tariffe, Bruxelles punta a consolidare corridoi alternativi in America Latina, affidandosi a intese più prevedibili e orientate al lungo periodo.


Il dossier agricolo resta il terreno più sensibile. Francia, Polonia, Austria e Irlanda hanno guidato lo scetticismo, condiviso da ampi segmenti del mondo rurale che negli ultimi mesi sono scesi in piazza in vari Paesi Ue. Il timore è una concorrenza difficile da reggere su prodotti come la carne bovina, in cui i Paesi Mercosur sono giganti globali, e un afflusso di import agri-food in grado di comprimere i prezzi interni. Per superare lo stallo, Bruxelles ha inserito paletti stringenti: quote per i prodotti sensibili (a partire dalla carne bovina) e clausole di salvaguardia attivabili in caso di squilibri di mercato. La Francia, inizialmente contraria, ha dato il proprio via libera: «L’Unione europea, e in particolare la presidente, ha ascoltato le nostre riserve», ha detto la portavoce del governo, Sophie Primas. La Commissione propone inoltre un atto giuridico dedicato, da approvare con il Parlamento europeo, per rendere operative e verificabili le protezioni. In extrema ratio, è previsto l’utilizzo della “riserva agricola” (Unity safety net) da 900 milioni di euro l’anno nel prossimo bilancio pluriennale, pensata come ombrello finanziario per mitigare impatti negativi su filiere specifiche.


Roma, da tempo prudente sul Mercosur, oggi parla di apertura condizionata: il governo accoglie "con favore" il pacchetto di salvaguardie, ma lega il sostegno finale "all’efficacia" delle misure. Il fronte agricolo resta diviso: Coldiretti giudica insufficienti le protezioni, mentre il consorzio Italia del gusto vede "un’opportunità concreta" per l’internazionalizzazione delle imprese, chiedendo però che le clausole "non rimangano sulla carta". Anche Giacomo Ponti, presidente di Federvini, plaude ai progressi ma invoca misure "concrete, rapide e realmente applicabili".


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