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Un fungo fa strage di mele

Al macero 20mila quintali di frutta bio nella Bassa Padovana

Il secco fa impallidire le mele

L’avvio della raccolta delle mele nella Bassa Padovana si trasforma in un bollettino di guerra: un “fungo killer” ha messo in ginocchio i meleti biologici, costringendo gli agricoltori a gettare 20 mila quintali di prodotto. Un colpo durissimo per un territorio che ha fatto del bio una bandiera, e che ora fa i conti con perdite senza precedenti.

Secondo la denuncia della Cia – Agricoltori Italiani, alcune aziende hanno dovuto rinunciare fino al 90% della produzione. Complessivamente, si parla di circa quindici ditte colpite nella Bassa Padovana, con 20 mila quintali di mele biologiche – pari a 2 mila tonnellate – destinati al macero. Il danno si manifesta proprio all’avvio della campagna di raccolta, quando l’impegno e i costi sostenuti durante l’anno si trasformano in reddito: in questo caso, invece, in scarto.

La Cia segnala un quadro di emergenza: laddove l’infezione ha colpito con maggiore intensità, interi filari sono risultati invendibili. L’associazione degli agricoltori parla di aziende costrette a “rinunciare al 90% della produzione”, un dato che fotografa l’eccezionalità del fenomeno e la fragilità economica che ne deriva per chi ha investito nel biologico, spesso con margini già compressi.

Dalle informazioni disponibili emerge la responsabilità di un patogeno fungino capace di compromettere la qualità commerciale del frutto in tempi rapidi. Non sono stati diffusi i dettagli tecnici sul microrganismo coinvolto, ma l’impatto è stato tale da rendere inevitabile l’avvio al macero di grandi quantitativi di mele, nonostante gli standard produttivi del bio e le pratiche agronomiche adottate per prevenire le malattie.

La crisi richiede tempi rapidi di intervento e strumenti mirati. La fotografia scattata dalla Cia evidenzia che, senza un sostegno adeguato e interventi di accompagnamento tecnico, il rischio è la perdita di competitività del comparto bio locale. La sfida ora è doppia: limitare gli effetti immediati sulle imprese e rafforzare la resilienza della filiera in vista delle prossime campagne.

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