VOCE
GUARDIA DI FINANZA
05.09.2025 - 09:18
Sono stati coinvolti in un furto da 4,8 milioni di euro a un rappresentante orafo e in vari altri episodi in tutto il Nord. Il cerchio si è chiuso e sono stati sottoposti a sorveglianza speciale con un sequestro di beni immobili per 380mila euro, anche a Rovigo, marito, moglie e la madre di lei di etnia Rom. La proposta di sequestro è del questore di Padova Marco Odorizio, e avallata dal tribunale distrettuale di prevenzione di Venezia.
I provvedimenti sono stati eseguiti dagli agenti della Divisione Anticrimine e dai militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria del Comando provinciale della Guardia di finanza.
Le misure hanno riguardato due coniugi e la madre di lei, ritenuti socialmente pericolosi sulla base delle previsioni del Codice antimafia: il marito, 38enne, aveva ricevuto 40 condanne mentre la moglie, 33 anni, era beneficiaria di un assegno di reddito di cittadinanza. Entrambi avevano già ricevuto un'ordinanza di custodia cautelare perché coinvolti nel furto pluriaggravato di una borsa che conteneva 4,8 milioni in pietre preziose, avvenuto lungo l'autostrada del Brennero ai danni di un rappresentante orafo.
Altri episodi li avevano visti protagonisti dell'uso indebito di carte di credito e del furto di monete da collezione in oro e argento e di Rolex, commessi in numerose provincie tra cui Venezia, Padova, Piacenza, Ravenna e Trento.
Oltre a Rovigo fabbricati e terreni di proprietà sono stati sequestrati nelle province di Padova, Rovigo, Treviso e Venezia intestati a prestanome ma nella disponibilità diretta e indiretta delle persone interessate dalle misure, e di illecita provenienza, in quanto collegati ad attività criminali. Tra i beni sottratti anche gioielli.
Gli approfondimenti hanno riguardato due coniugi nonché la madre di una di essi, ritenuti essere partecipi di una organizzazione criminale a base familiare caratterizzata dalla spiccata propensione alla commissione di reati quali rapine, truffe, ricettazioni, spesso anche mediante l’uso della violenza.
In particolare nel 2023 i coniugi, un 38enne risultato gravato da oltre quaranta sentenze di condanna per reati specifici e una 33enne risultata beneficiaria di un assegno di reddito di cittadinanza, erano stati attinti da ordinanza di custodia cautelare in carcere perché coinvolti, insieme ad altri compartecipi, nel furto pluriaggravato di una borsa contenente pietre preziose del valore complessivo di euro 4 800 000, sottraendole lungo l’autostrada del Brennero ad un rappresentante orafo che, dopo
averla temporaneamente riposta sul sedile anteriore della propria vettura, veniva costretto a fermarsi lungo il tragitto a causa di un foro di un pneumatico appositamente procurato dai malviventi.
In svariati ulteriori episodi gli stessi si erano resi responsabili di utilizzi indebiti di carte di credito e del furto pluriaggravato di monete da collezione in oro e argento e di orologi rolex anche per valori eccedenti le centinaia di migliaia di euro, commessi in numerose provincie tra cui Venezia, Padova, Piacenza, Ravenna e Trento.
I soggetti, ritenuti socialmente pericolosi sulla base delle previsioni del Codice antimafia e gravati anche da giudizi di condanna per reati di associazione a delinquere per reati commessi anche durante la minore età, hanno manifestato palese sproporzione tra il valore del patrimonio loro riconducibile ed i redditi dichiarati, circostanza che ha lasciato ragionevolmente presumere che l’intero nucleo familiare abbia da sempre tratto le proprie fonti di sussistenza da attività illecite.
Nei confronti delle tre persone, destinatarie già di diverse altre misure di prevenzione quali l’Avviso Orale e diversi fogli di via obbligatori con divieto di ritorno in numerosi comuni, il Questore della Provincia di Padova ha proposto alla Sezione Distrettuale della Misure di Prevenzione del Tribunale di Venezia anche l’adozione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel comune di residenza), misura che è stata accolta dal collegio giudicante disponendone l’applicazione per periodi che vanno dai 3 ai 2 anni. L’operazione congiunta della Questura e della Guardia di Finanza di Padova rientra in una più ampia strategia di aggressione delle ricchezze di origine illecita – perseguita utilizzando gli incisivi strumenti offerti dalla normativa antimafia – e assume anche rilevante valore “sociale”, in quanto consente la restituzione alla collettività di patrimoni illecitamente accumulati nel tempo dalla criminalità.
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